7 ottobre 2021 - Mediterraneo e geopolitica protagonisti di In The Med, sessione d’apertura della XIII edizione di Port&ShippingTech, moderata da Paolo Quercia, Direttore di GeoTrade e introdotta dall’Ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale delle Capitanerie di Porto che ha sottolineato l'importanza del ruolo della Guardia Costiera nel monitoraggio dei traffici delle migliaia di navi che attraversano il Mediterraneo e dell’ambiente. Per l’ammiraglio di squadra Giorgio Lazio, intervenuto in rappresentanza del capo di Stato maggiore della Marina Militare, lo sviluppo di aziende e traffici presuppone che ci sia sicurezza.
“Le previsioni dicono che il Mediterraneo continuerà a essere centrale, la seconda area per crescita nei prossimi 5 anni dopo la Cina.” Afferma Alessandro Panaro, Capo Servizio Maritime Economy, SRM Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. “Ma come sistema Italia abbiamo da sempre un problema di posizionamento, non solo a causa della pandemia, lo rivela tutta una serie di indicatori sulla qualità e l'efficienza.”
L’Italia è un'economia aperta, in cui l'import-export incide per il 50% del PIL, in cui concorrenza, la logistica delle forniture di materie prime, le scelte pubbliche strategiche e il controllo dei flussi sono nodi fondamentali. È quanto presentato da Enrico Pastori, Director di TRT-Trasporti e Territorio. L'internazionalizzazione degli operatori ha provocato un deficit commerciale di 7 miliardi di euro all'anno, questo su tutte le tipologie di trasporto, con l'unica eccezione del Ro-Ro.
“Una buona logistica è il boost dell'economia dei Paesi, - afferma Guido Nicolini, Presidente di Confetra - ma per fare una buona logistica occorre lo sviluppo di tutti gli attori: infrastrutture, dogane, efficienza amministrativa eccetera”.
L'industria però deve fare la sua parte.
"La pandemia ha evidenziato l'importanza della logistica, un settore che vale 5 trilioni di dollari e nel quale scontiamo un deficit storico".
Lo ha detto Silvia Moretto, Presidente, Fedespedi descrivendo le sfide del sistema Paese.
"I trend emergenti sono l'innovazione organizzativa e le nuove competenze, la sostenibilità ambientale e la resilienza del sistema. È arrivato il momento di specializzarsi e di puntare al valore aggiunto, ripensando i nostri modelli di business".
Mario Mattioli, Presidente di Confitarma ha richiamato l'attenzione sul ruolo dell'Italia e le carenze del PNRR:
“le risorse sono molto indirizzate sul green e all'innovazione dei porti, ma poco sulle navi. È un aspetto fondamentale per una transizione efficace, per questo chiediamo che il Governo destini maggiori risorse al rinnovo delle flotte".
Di PNRR se ne parlerà nella sessione in programma domani pomeriggio. Per Stefano Messina, presidente di Assarmatori, l'opportunità di crescita del cluster non è limitata solo alla bandiera italiana.
“Operatori che usano bandiere aderenti all'UE portano business e merceologia in Italia. Dobbiamo cercare un orientamento con il valore aggiunto portato dal cluster nel lavoro dei porti e dell'occupazione”.