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Eni e BASF, produrre bio-propanolo da scarti industriali
17 agosto 2021 - Eni e BASF, una delle maggiori aziende chimiche al mondo, hanno firmato un accordo strategico per un’iniziativa congiunta di ricerca e sviluppo finalizzata a ridurre l’impatto ambientale del settore trasporti. La cooperazione mira a sviluppare una nuova tecnologia per produrre bio-propanolo avanzato dalla glicerina che deriva dalla produzione del biodiesel FAME (Fatty Acid Methil Esters, esteri metilici di acidi grassi), che Eni acquisterà da produttori europei. La tecnologia in corso di sviluppo prevede la conversione di glicerina in propanolo tramite un processo di idrotrattamento catalitico innovativo e consiste in un processo di idrogenazione ad elevata pressione con l’utilizzo di un catalizzatore commerciale BASF, in modo tale da produrre bio-propanolo a elevato rendimento e purezza, minimizzando la produzione di sottoprodotti. Il propanolo ottenuto tramite questo nuovo procedimento può essere aggiunto direttamente come componente bio nella formulazione di carburanti. Grazie alle migliori proprietà chimico-fisiche rispetto al convenzionale bio-etanolo e a un numero di ottano elevato, il bio-propanolo risulta essere un componente di grande valore nella formulazione di benzine premium e può potenzialmente ridurre le emissioni di gas serra in una percentuale compresa tra il 65 e il 75% rispetto ai carburanti fossili. Oltre la metà della produzione mondiale di glicerina deriva dall'industria del biodiesel: ogni tonnellata di biodiesel origina circa il 10% in peso di glicerina. A seguito dell’aumento di produzione di biodiesel a livello mondiale, anche la glicerina ha registrato una crescita record: da 200.000 tonnellate annue nel 2003 a circa 5.000.000 nel 2020. In quanto residuo vegetale, la glicerina è classificata come bio-materia prima avanzata, secondo la direttiva europea RED II (Direttiva Energie Rinnovabili, Allegato IX parte A).
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