15 luglio 2021 - Da quanto si apprende da fonti di stampa e dall’assidua interlocuzione avuta con il Governo, le linee guida contenute nel Decreto Ministeriale approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di fatto cancella arbitrariamente la possibilità di utilizzo del terminal di Marittima in concessione a VTP fino al 2025 come bene strumentale al servizio di interesse generale volto alla movimentazione dei passeggeri nel porto di Venezia in capo alla Società. Stanti gli stringenti limiti indicati, infatti, praticamente quasi nessuna nave che scalava a Venezia potrà accedere alla Marittima, e quindi il Decreto di fatto cancella la concessione in modo unilaterale violando norme nazionali e comunitarie a tutela del concessionario.
A fronte di tale decisione si apprende anche che sono previsti ristori ed indennizzi, nonché forme di tutela per i lavoratori coinvolti, di cui però ad oggi non si conoscono le coperture disponibili. Cifre sulle quali si basa in parte la prospettiva futura per tutti gli attori coinvolti nella filiera di questa industria.
Tale decisione di fatto cancella con un colpo di spugna uno dei più apprezzati porti crociere al mondo per livello di servizio, posticipando ad un tempo non ben definito lo spostamento delle attività crocieristiche a Marghera con il rischio concreto di porre la parola fine all’industria crocieristica veneziana con danni enormi sia da un punto di vista economico che occupazionale.
È quanto mai difficile infatti che le compagnie di crociera una volta spostate le proprie navi in altri porti nazionali o peggio esteri, decidano di ricollocarle a Venezia a distanza di anni, per questo è urgente che venga fatta chiarezza sul percorso che porterà allo spostamento a Marghera di cui VTP studia la fattibilità da tempo e per cui ha già depositato proposte concrete che non hanno trovato ascolto.