21 maggio 2021 - Il fenomeno della pirateria nel Golfo di Guinea sta crescendo in complessità e in violenza, con centinaia di marittimi rapiti e sequestrati ogni anno a scopo di riscatto.Per questo, Confitarma, impegnata da tempo a livello nazionale ed internazionale in tutte le iniziative intraprese per contrastare il fenomeno, il 18 maggio ha sottoscritto la dichiarazione "The Gulf of Guinea Declaration on Suppression of Piracy", alla quale hanno aderito anche molte importanti compagnie di navigazione italiane.
“Ad oggi oltre 160 compagnie e organizzazioni marittime internazionali hanno aderito all’iniziativa – afferma Carlo Cameli, Presidente della Commissione Navigazione Oceanica di Confitarma e presidente del Comitato per la sicurezza del BIMCO promotore della Dichiarazione – e l’auspicio è che altri operatori aderiscano all’appello della comunità marittima internazionale che chiede l’urgente adozione di azioni comuni per porre fine alla pirateria nel Golfo di Guinea”.
“Nell’Oceano Indiano, grazie all’azione coordinata dei Paesi marittimi di tutto il mondo che per tutelare la libertà di navigazione del traffico mercantile hanno inviato nell’area unità militari navali, nonché all’adozione di misure di difesa passiva (Best management Practices) e attiva da parte delle compagnie di navigazione, il fenomeno si è notevolmente ridotto. Ricordo, in particolare, l’importante azione svolta dal 2008 dalla EU NAVFOR “Operazione Atalanta”, la prima operazione militare a carattere marittimo dell’UE aventel’obiettivo di prevenire e reprimere gli atti di pirateria nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e bacino somalo), il comando della quale per ben nove volte è stato affidato alla Marina Militare Italiana”.
“Oggi, la minaccia è in costante crescita nelle acque dell’Africa occidentale ove, dal delta del Niger, i pirati attaccano le navi mercantili prendendo in ostaggio gli equipaggi. Il 95% dei rapimenti di equipaggi – aggiunge Carlo Cameli - avviene nel Golfo di Guinea, rendendo ormai la situazione insostenibile. Sulla base delle esperienze maturate in Somalia ed in altre regioni, lo shipping mondiale ritiene che disporre di unità militari navali, anche di Paesi che non si affacciano sul Golfo di Guinea, sia il modo più efficace non solo per prevenireattacchi di pirateria e rapimenti di marittimi ma addirittura per ridurre il fenomeno fino all’80% entro la fine del 2023”.