23 aprile 2021 - Il treno frena e l’energia recuperata accende le luci di un intero quartiere. Paradossi dell’economia circolare che, con la complicità di un investimento tecnologico, consentono oggi di fare il salto da un uso lineare delle risorse, in questo caso del consumo di energia elettrica, ad un uso circolare in cui tutto si riusa e nulla si spreca.
È il nuovo progetto che il Gruppo FS Italiane, tramite la controllata RFI, sta mettendo a punto nella stazione di Forlì sulla linea Bologna Rimini, un prototipo che sarà inaugurato entro l’estate, tipico esempio virtuoso di un modello economico che prevede un uso circolare delle fonti di energia, in questo caso attraverso il recupero di energia elettrica che alimenta le linee ferroviarie: l’energia della frenata dei treni viene reimmessa in rete, a disposizione del GSE (Gestore dei Servizi Energetici).
I treni a trazione elettrica – spiega FSNews.it – offrono la possibilità, durante la fase di frenatura, di sfruttare l’energia resa disponibile e di impiegarla ad esempio per altri treni presenti sulla linea o in altri modi. Il treno Frecciarossa 1000, ad esempio, è capace di restituire in media il 15% dell’energia prelevata.
Sulle linee AV, a 25kVca, la naturale reversibilità delle sottostazioni permette di sfruttare a pieno l’energia elettrica recuperata in fase di frenatura.
Sulle linee a 3kVcc, che rappresentano il 95% dell’infrastruttura di RFI, al momento, essendo le sottostazioni non reversibili, è possibile recuperare l’energia di frenatura solo se sono presenti altri treni in tratta; in assenza di altri treni sulla stessa tratta di linea, l’energia prodotta dalla frenatura elettrica viene dissipata sui reostati di bordo.