20 marzo 2021 - Ieri, 19 marzo, il Presidente di Fedespedi, Silvia Moretto, e il Vicepresidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, hanno partecipato al webinar “Un mare in Tempesta” organizzato da ANIMP (Associazione Nazionale di Impiantistica industriale aderente a Confindustria) per discutere con i protagonisti – operatori logistici, imprese e shipping line – l’andamento anomalo dei noli marittimi verificatesi a partire dalla metà del 2020 e l'impatto sulla filiera impiantistica.
Il webinar si è aperto con l’intervento di scenario di SRM a cura di Alessandro Panaro e Arianna Buonfanti che hanno illustrato i trend del mercato dei noli marittimi nel 2020 e le strategie messe in campo dalle shipping line in reazione alla crisi pandemica, dando in chiusura un’idea dei possibili sviluppi del trasporto container nel 2021.
“La tempesta perfetta che si è abbattuta sulla supplychain marittima globale nel 2020 arriva da lontano – ha dichiarato il Presidente Moretto nel suo intervento – dal momento in cui le shipping line hanno potuto organizzarsi in tre consorzi, le attuali Alleanze, che hanno permesso loro di controllare il mercato lato mare – il controllo della tratta Far East da parte delle tre alleanze armatoriali globali è prossimo al 100% - e lato terra, attraverso acquisizioni societarie nel settore del terminalismo portuale e delle spedizioni e politiche commerciali molto aggressive, che mirano a erodere quote di mercato di operatori che tradizionalmente non sono competitor ma clienti delle compagnie marittime”.
Queste strategie derivano dal ConsortiaBlockExeptionRegulation (CBER), che consente alle shipping line di godere dell’esenzione alle norme antitrust UE, che si aggiunge ad aiuti di Stato e tassazione favorevole (intorno al 7%) concessa alle shipping line e non a tutti i principali competitor e operatori economici lungo la filiera da esse controllata, che sono soggetti alla tassazione standard riservata alle aziende private (per gli spedizionieri è in media del 27%).
“Se la ratio del CBER è garantire un servizio di qualità lungo la supplychain marittima – ha continuato il Presidente Moretto – oggi vediamo come questa stessa ratio sia disattesa nella prassi dai carrier marittimi, che agiscono come private company, controllando la capacità di stiva per sostenere il costo dei noli e riducendo ai minimi la qualità (precipitata al 34% a fine 2020, secondo dati Alphaliner, senza previsioni di ripresa nell’immediato). Ci troviamo dunque nella situazione paradossale per la quale nell’anno in cui è macroscopicamente venuto a mancare il prerequisito di legittimità dell’esenzione antitrust per le compagnie – ossia la qualità del servizio - queste ultime si sono viste prorogare dalla Commissione Europea tale esenzione per altri 4 anni. Questo non potrà che rafforza l’oligopolio delle shipping line, a discapito di tutti gli altri soggetti della filiera fino ad arrivare ai caricatori, alle imprese che producono e dunque importano ed esportano”.