14 marzo 2021 - Primo incontro ufficiale con gli stakeholder per il progetto YEP MED che mira a sviluppare, attraverso percorsi di formazione professionale altamente specialistici, le competenze nei settori della logistica e dell’intermodalità nei Paesi partner del progetto al fine di agevolare lo sviluppo e la promozione di nuove Autostrade del Mare che colleghino le sponde Nord e Sud del Mediterraneo. Tra i protagonisti del progetto, per il quale nei mesi scorsi l’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale si è aggiudicata circa 3 milioni di euro a fondo perduto da parte dell’Unione Europea, anche la Escola Europea – Intermodal Transport, la Camera di Commercio di Beirut e le Autorità Portuali di Barcellona, Marsiglia, Valencia, Tunisi, Damietta e Aqaba.
“Già da questo primo incontro - dichiara il Presidente dell’AdSP Pino Musolino - l’intera comunità portuale, ha manifestato, con la sua partecipazione, la volontà di credere in questo interessante progetto con 11 partner in rappresentanza di 7 paesi principalmente di quell’area mediterranea sulla quale il porto di Civitavecchia deve assolutamente puntare in funzione di una ulteriore crescita nei prossimi anni. Di tutti i temi dei quali si discute per valutare la crescita e la forza di un porto il cosiddetto capitale umano rappresenta un elemento fondamentale: a fare la differenza sono le azioni, le energie, le competenze, la forza e l’entusiasmo delle persone.
E quale miglior elemento, quindi, se non partire dalla formazione specifica, che è ciò che si prefigge il progetto YEP MED. Vocation ed educational training sono fondamentali per la formazione della forza lavoro, particolarmente di quella molto tecnica e molto specializzata che dovrebbe vivere e gravitare all’interno e attorno ai porti. Per questo sono molto felice di lanciare in maniera operativa, con la comunità portuale locale, questo importante progetto per la cui riuscita è fondamentale l’impegno di tutti".
"Credo - aggiunge Musolino - che YEP MED debba rappresentare il primo step di un qualcosa che dovrà costituirsi e diventare abitudine. Dobbiamo aumentare la professionalità e le competenze di ogni singolo operatore del nostro porto perché, non avendo degli asset particolari da poter spendere, il principale è quello di garantire livelli di qualità eccellenti.
Su alcuni temi, come la gestione del Ro/Ro, pur essendo già a uno standard elevatissimo, dobbiamo sviluppare professionalità sempre più articolate in funzione delle trasformazioni imposte anche allo shipping e alla logistica dalla informatizzazione e digitalizzazione dei processi, che porteranno nei prossimi cinque anni a cambiamenti più radicali di quelli avvenuti negli ultimi 50 anni. Avere quindi oggi un’alta professionalizzazione e formazione sui giovani, permette di avere un capitale in crescita per i prossimi 30/35 anni con persone che diventano elementi protagonisti del cambiamento”.
“Questo genere di progetti – conclude - è forse meno visibile rispetto alla realizzazione di una banchina o a un‘opera in sé, ma ha un effetto duraturo sugli elementi positivi di crescita di un porto”.