E’ lo scenario delineato dal rapporto “Connected Ports: A guide to making ports smarter with private cellular technology” rilasciato da Ericsson e basato su cinque casi d’uso che prevedono l’applicazione di tecnologie smart nelle attività portuali.
In particolare, combinando l’uso di gru e mezzi per la movimentazione dei container automatizzati, di veicoli autonomi (AVGs) in grado di spostarsi attraverso l’uso di sensori intelligenti, del monitoraggio predittivo e di droni per la consegna dei documenti, il report prevede un ROI completo pari a due anni; entro il quinto anno un incremento dello stesso del 178%.
Tra i porti che stanno implementando questo tipo di applicazioni – sottolinea il documento – il porto di Livorno, alle prese con il progetto “5G Port of the Future”, il cui obiettivo è sfruttare le tecnologie 5G per migliorare lo scambio di informazioni in tempo reale tra gli attori del processo operativo.
Il progetto, avviato nel 2016 da Ericsson insieme al Consorzio Nazionale Interuniversitario delle Telecomunicazioni (CNIT) e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, è stato premiato l’anno scorso agli Hannover Messe Digital Days.
“Nello specifico, il 5G ha permesso di migliorare lo scambio di informazioni in tempo reale all’interno del terminal portuale, portando alla riduzione dei movimenti non necessari durante la movimentazione delle merci. Questo aspetto può ottimizzare i processi in modo significativo, diminuendo il consumo di carburante e il CO2 associati. Grazie ad un modello elaborato insieme ai partners di progetto ed alla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), si calcola che in questo modo ogni anno sia possibile ridurre le emissioni dell’8,2% per terminal portuale, pari a quasi 148.000 kg di CO2”.
In termini economici, le stime indicano un risparmio di 2,5 milioni di euro all’anno grazie all’ottimizzazione dei tempi di ormeggio delle navi e un miglioramento del 25% della produttività attraverso l’utilizzo di gru controllate da remoto in 5G.