Ma poiché le città sono altamente eterogenee al loro interno, sia in termini di contesto fisico urbano sia in relazione alle caratteristiche degli abitanti, non tutte le parti delle aree urbane sono ugualmente vulnerabili alle ondate di calore. Diventa fondamentale quindi identificare le zone più vulnerabili allo stress da calore per poter attuare interventi mirati a livello locale, destinati a migliorare la capacità di affrontare l’impatto delle ondate di calore sulla salute dei cittadini.
L’articolo “The heat-healthnexus in the urbancontext: A systematicliteraturereviewexploring the socio-economicvulnerabilities and builtenvironmentcharacteristics”, pubblicato sulla rivista Urban Climate e condotto dalla Fondazione CMCC in collaborazione con l’Università Ca’Foscari Venezia, ha analizzato la letteratura scientifica esistente sul tema per identificare quali siano i fattori fondamentali nella relazione tra calore e salute in un contesto di ambiente urbano costruito. L’analisi ha selezionato quaranta articoli dalla vasta letteratura sul tema, estratti da due note banche dati della letteratura scientifica (Scopus e PubMed).
“È stato centrale nella nostra ricerca considerare ambiti interdisciplinari che poco frequentemente convivono insieme all’interno di queste tipologie di analisi”,
spiega Marta Ellena, ricercatrice CMCC e prima autrice dello studio.
“Esistono in letteratura molti studi che indagano le caratteristiche in grado di influenzare la vulnerabilità degli individui allo stress da calore: dalle condizioni di salute fisica e mentale alle caratteristiche demografiche, fino allo status economico e sociale. In questa analisi abbiamo incluso tra queste anche le caratteristiche dell’ambiente costruito, perché la causalità temperatura-mortalità non si manifesta in un vuoto territoriale, bensì in uno specifico tessuto urbano e nell’interazione di processi naturali, fisici e socioeconomici”.