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Meno 90% i passeggeri via mare. Più gravi del previsto i danni da Covid


22 dicembre 2020 - Un vero e proprio collasso nel turismo via mare, con una diminuzione di oltre il 90% nel numero dei passeggeri transitati attraverso i principali porti italiani e con una flessione da 5000 a circa 400 nel numero delle toccate di navi bianche negli scali del Paese. A denunciare gli effetti di questo crack che ha fatto precipitare il traffico passeggeri via mare ai livelli del 1993, allungando ombre tutte da diradare anche sul 2021, è Federagenti: le agenzie marittime con ruolo prevalente in questo settore, così come nel traffico passeggeri su navi traghetti e nel mercato dei grandi yacht, sono ormai sull’orlo del baratro con una perdita di fatturato superiore al 90%, con il blocco dei licenziamenti, con il mancato inserimento del loro Codice Ateco nella lista degli aventi diritto ai ristori e con una prospettiva di due o tre anni nei quali si dovrà combattere una vera e propria battaglia per recuperare le posizioni perdute. 

Con la sola applicazione della cassa integrazione, la sopravvivenza di molte imprese è a serio rischio e la maggioranza dei dipendenti di queste agenzie marittime rimarrà fuori dal ciclo produttivo con una conseguente perdita di know-how e un’erosione nel patrimonio di relazioni che rappresenta da sempre l’elemento di forza per le imprese del settore. Si è poi innescato un effetto domino con pesante incidenza su quell’attività di marketing territoriale che da sempre le agenzie marittime e quelle di incoming crocieristico o nautico svolgono a favore dell’intero settore turistico italiano. 

Di qui la necessità – sottolinea Federagenti – di un intervento mirato di ristori che renda possibile la sopravvivenza di questo patrimonio di imprese e un sostegno che consenta proprio a queste agenzie di tornare a svolgere quella funzione di volano nella crescita turistica del Paese. È chiaro il gravissimo danno socio-economico per il Paese che si potrebbe verificare se qualcosa non cambierà al più presto: oltre alla devastazione, forse irreversibile, di un novero di piccole e medie imprese che vantano una lunga tradizione e un solido ruolo nella spina dorsale del settore marittimo-portuale-turistico, un forte incremento della disoccupazione, che è già a livelli drammatici, specie in alcune aree più disagiate del Paese.

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