30 dicembre 2020 - Non è certo piacevole ottenere dalla realtà conferma di previsioni negative e catastrofali, ma forse è davvero venuto il momento che il sistema Paese assuma contezza del fatto che il litorale italiano, e non alcuni casi isolati, è oggi e sarà ancora più domani esposto a rischi di vera e propria cancellazione sia per l’innalzamento in atto del mare, sia per fenomeni meteo marini come la mareggiata che ha impattato in queste ore il golfo di Napoli.
FederlogisticaConftrasporto, anche sulla base di importanti studi specifici condotti in collaborazione con Enea, aveva già due anni fa fatto scattare il segnale di allarme. E lo stesso aveva fatto più volte proprio Confcommercio Napoli.
“In occasione della presentazione dello studio nel 2019 - ricorda Luigi Merlo, Presidente di Federlogistica - avevamo evidenziato come proprio Napoli figurasse ai primi posti nella lista delle località più a rischio per l’innalzamento del mare.
Cosa è stato fatto nel frattempo? Nulla! Avevamo affermato a chiare lettere che Venezia è solo il simbolo evidente di un fenomeno generalizzato. In altre parole, Venezia è la punta di un iceberg, che nell’arco di pochi anni, rischia di colpire e far finire sotto l’acqua più del 50% delle nostre coste e delle spiagge letteralmente spazzandole via”.
Contrariamente a molti paesi come l’Olanda, il Giappone, Singapore e parte degli Stati Uniti, l’Italia - denuncia Merlo - è all’anno zero nella costruzione di un progetto di resilienza marina; noi come FederlogisticaConftrasporto continueremo a batterci in prima linea per far capire come questo tema debba essere collocato in cima alla lista delle priorità del Paese e delle sue Istituzioni, e trovare spazio da subito nei progetti da presentare e finanziare con il Recovery fund.