7 novembre 2020 - Dalla Lanterna di Trieste alla Torre piloti all’ingresso del grande canale di navigazione cosiddetto dei Petroli tra l’International Propeller Club Port of Venice e Mario Sommariva esperto nell’economia dei trasporti e attuale segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale, si è tracciata una nuova virtuale rotta sulla quale impostare riflessioni di nuovi, possibili scenari per la portualità alto adriatica. In realtà si tratta di un dialogo tra il presidente del Club veneto, il giornalista Massimo Bernardo e l’autorevole tecnico del porto giuliano in questa occasione sdoganato dai suoi incarichi istituzionali.
“Il sistema portuale veneto con i porti di Venezia e Chioggia e quello tra i porti di Trieste e Monfalcone ad oggi non si presentano come un unico grande sistema portuale della portualità sud europea che sia in grado di contrastare la crescente concorrenzialità dei porti del northen range:
Sommariva perché, nei fatti, i due sistemi che fanno capo a Venezia e a Trieste non riescono a far squadra per polarizzare l’interesse di traffici e vettori? Intanto pesa una storia secolare di distanze fra le due realtà. Trieste chiese protezione all’Austria per evitare il dominio veneziano. A Muggia, primo avamposto del territorio istro-veneto, i cannoni erano costantemente puntati su Trieste.
Oggi per fortuna è possibile ragionare in termini diversi. Non esiste una Repubblica marinara dominatrice dei mari e non esiste una piccola realtà impaurita e mossa soltanto dalla volontà di non farsi fagocitare. Oggi Trieste e Venezia, compresi i sistemi portuali più ampi che coinvolgono Chioggia e Monfalcone, sono porti moderni che fanno riferimento a mercati diversi e che possono essere riferimento, attraverso, le opportune sinergie, della crescita di nuovi traffici.
Questa scelta strategica presuppone un Nord Adriatico protagonista di una nuova geografia dei traffici marittimi che valorizzi il collegamento “ sud-nord” attraverso il nostro mare ed alcune aree dell’Europa centrale e di sud-est. Ovviamente questa riflessione deve essere collocata nell’attuale contingenza che vede il mondo sconvolto dalla pandemia con le sue gravissime conseguenze sociali ed economiche.