28 novembre 2020 - La Capitaneria di Porto ha siglato un’ordinanza che consente di eseguire i lavori di escavo dei fondali marini del canale Malamocco-Marghera, nel tratto compreso tra il bacino di evoluzione n.3 e il “curvone” di San Leonardo. L’intervento avrà durata di circa 12 mesi e si prevede di dare avvio alle operazioni di escavo già entro la fine della prossima settimana. I lavori sono stati aggiudicati con procedura aperta a ditte specializzate del settore.
A settembre il PIOPP aveva autorizzato l’esecuzione dell’escavo dei fondali marini, il trasporto e la successiva collocazione a dimora all’isola delle Tresse dei sedimenti “entro colonna B e C” per un quantitativo stimato di 537mila metri cubi e quelli “entro colonna A” presso le strutture morfologiche lagunari stabilite per un quantitativo stimato di 110mila metri cubi.
“Sono serviti tre anni di intenso lavoro per superare un lungo periodo caratterizzato da inspiegabili ritardi nel ripristino dell’accessibilità nautica dei porti veneti” dichiara Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. “Oggi finalmente arriva l’ultimo via libera nell’iter autorizzativo all’escavo del canale Malamocco Marghera, la principale arteria di comunicazione del porto veneziano, che potrà così essere liberato da circa 650 mila metri cubi di sedimenti, invertendo il naturale processo di interramento che rischiava di minare in modo irreparabile la competitività del nostro scalo. Un lavoro frutto di un’efficace collaborazione dell’AdSP a livello locale con il Provveditorato e con la Capitaneria, e a livello centrale con il Ministero e la sua struttura tecnica. Quella di oggi è un’ottima notizia per tutta la comunità portuale veneta che conta 1300 aziende insediate e oltre 21 mila addetti e per tutta l’industria manifatturiera della nostra regione che necessita di porti efficienti per rifornirsi di materie prime e sostenere l’export. Ci auguriamo che d’ora in poi le operazioni di escavo dei canali portuali possano tornare ad essere un’attività manutentiva ciclica e ordinaria così come previsto dalla legge”.