15 novembre 2020 - Intervenendo al panel “Il Mediterraneo nell’oceano mondo”, nell’ambito dell’evento “L’Italia è il mare”, primo appuntamento de Le giornate del Mare, organizzate da LIMES, Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma ha innanzitutto ribadito l’importanza del trasporto marittimo per la vita quotidiana e l’economia del Paese e ha affermato “tutto o quasi ci viene dal mare: dal cibo all'energia, fino ai nostri vestiti. Purtroppo, siamo affetti da “sea-blindness”.
“Occorre quindi trovare la formula giusta per ridare visibilità alla straordinaria normalità del trasporto marittimo. Non è un caso che, sin dall’inizio della pandemia, il Governo abbia disposto che i servizi di trasporto marittimo non possono assolutamente interrompersi in quanto servizi essenziali per assicurare i rifornimenti indispensabili di cui il nostro Paese ha bisogno e garantire i collegamenti con le isole maggiori e minori”.
“Per restituire visibilità al mare, non possiamo non partire dalla nave, primo fondamentale anello della catena logistica e infrastruttura mobile e silenziosa che genera economia creando posti di lavoro a bordo e a terra. La nave, se presa a unità di misura della nostra “marittimità”, pone l’Italia tra i principali Paesi marittimi al mondo”.
In questo delicato momento di crisi che tutti stiamo vivendo ci attendiamo che l’industria marittima venga sostenuta anche da specifiche misure di Governo e Parlamento. Purtroppo, fino ad ora tali misure hanno in gran parte riguardato le altre modalità di trasporto. L’ennesima prova della subalternità delle infrastrutture marittime rispetto a quelle ubicate sul territorio! Le sfide che attendono il “risveglio della nostra cultura marittima” sono numerose: dalla strategia di contrasto alla pirateria marittima all’emergenza migratoria, e, soprattutto, al gap logistico italiano rispetto alla feroce concorrenza dei porti della sponda Sud del Mediterraneo e del North Range. Senza contare la definizione delle strategie legate alle grandi rotte pendulum che collegano l’Europa alla Cina e agli Stati Uniti, nonché allo sviluppo delle ZES.
“Sono tutte sfide a cui l’industria marittima potrà partecipare solo se messa in grado di operare su un piano di regole comuni e di competitività. Il percorso compiuto dal 1998 con l'istituzione del Registro Internazionale resta il pilastro su cui poggia l'intero sistema marittimo nazionale – ha concluso Luca Sisto - Sarebbe folle rinunciare alle conquiste condivise tra Amministrazione e industria, rompere il patto che ci ha consentito di crescere e raggiungere primati mondiali in alcuni settori. Non avrebbe senso parlare di blue economy, di sviluppo tecnologico, di ambiente e sostenibilità se non potessimo più inalberare il tricolore a poppa delle nostre meravigliose navi”.