14 ottobre 2020 - Da Napoli può partire un’azione complessiva di sviluppo del Mezzogiorno che, innescando un considerevole incremento del Pil italiano, spezzi finalmente i vincoli che da decenni frenano la crescita italiana, a cominciare dall’anomalo debito pubblico. Il rilancio del Mezzogiorno costituisce infatti un pilastro fondamentale per la crescita dell’intero Paese.
E’ questa l’ambiziosa strada indicata dal Candidato alla Presidenza di Unione Industriali Napoli, Maurizio Manfellotto, nel suo Programma approvato ieri, martedì 13 ottobre, dal Consiglio Generale dell’Associazione imprenditoriale.
Per perseguire l’obiettivo, secondo Manfellotto, bisogna trasformare in opportunità la grave crisi originata dal Covid-19, contribuendo a disegnare uno sviluppo possibile, che coniughi in un migliore equilibrio ambiente, sicurezza, tecnologia, nuovi modelli organizzativi.
Lo sviluppo sostenibile nella direttrice europea del Green New Deal può trovare un punto d’attacco nel Mezzogiorno, dove la produzione di energia da fonti rinnovabili è già attualmente pari a circa 1,8 volte quella del Centro-Nord. Ma per trasformare il territorio, partendo da Sud, bisogna realizzare le riforme richieste dalla stessa Unione Europea come condizione per l’accesso ai benefici del piano Next Generation Eu.
Dalla sburocratizzazione e dalla drastica riduzione dei tempi della giustizia civile al superamento del gap infrastrutturale, dalla trasparenza degli appalti pubblici fino alla lotta all’evasione fiscale.
Perché il Mezzogiorno diventi un motore produttivo del Paese occorre peraltro rilanciare la spesa in conto capitale della Pa, riducendo il divario di infrastrutture, fisiche e telematiche.
Alle risorse del nuovo ciclo di programmazione europea 2021-2027 devono aggiungersi quelle del Recovery Fund. Rispettando, per la spesa ordinaria, la riserva del 34%, come ribadito dal Piano Sud 2030.
L’utilizzo deve essere rapido, efficace e mirato, per ridurre ritardi storici nelle strutture sociali come nei trasporti ferroviari, nella logistica, nei collegamenti tra porti e altri nodi di scambio, valorizzando finalmente anche lo strumento delle Zone economiche speciali. Il loro decollo può essere determinante per assicurare a Napoli, alla Campania, al Mezzogiorno un ruolo centrale nello sviluppo delle relazioni produttive, commerciali e culturali con i Paesi delle sponde Sud e Nord del Mediterraneo.