La Direzione generale, a questo proposito, ha riconosciuto, dopo adeguata analisi tecnico-amministrativa e approfondito controllo documentale, nonché a seguito della audizione del Presidente Musolino, che il bilancio consuntivo dell’AdSP non presenta alcuna criticità ed è assolutamente regolare sotto il profilo economico, finanziario e amministrativo.
Nel contempo, il Direttore Generale ha rilevato come le dichiarazioni di voto contrario espresse dai rappresentanti della Regione Veneto e della Città Metropolitana di Venezia facessero riferimento a somme appostate in bilancio nel 2018, ormai consolidato a seguito dell’approvazione del rendiconto contabile da parte del Comitato di gestione del 29 aprile 2019, approvato poi dal Ministero delle Infrastrutture e anche dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e non ancora utilizzate dall’Ente divenendo, perciò, residuo passivo vincolato alla revisione del PEF tra AdSP e Venice Ro.Port.Mos Scpa.
La cancellazione di tali poste, come ripetutamente formalmente richiesto dai rappresentanti di Città Metropolitana e Regione, avrebbe prodotto l’immediato formarsi di un “debito fuori bilancio” per l’Ente e quindi l’avverarsi di un illecito amministrativo e contabile estremamente grave. Entrando nel merito della revisione del PEF su Fusina, la Direzione generale “Vigilanza sulle Autorità Portuali” ricorda poi i pareri favorevoli raccolti dall’Ente ed espressi dal DIPE (ufficio alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio), Avvocatura distrettuale dello Stato e professionisti chiamati a supportare l’Ente, sulla necessità di agire esattamente come operato dall’Autorità di Sistema Portuale, per “scongiurare un maggiore danno economico che nasceva, in termini di gestione del rischio, presente nell’atto sottoscritto nel 2010 dall’allora Presidente in favore del concessionario e a discapito dell’Ente portuale”.