A Paestum oltre l’Assemblea si svolgerà la 1a Conferenza Nazionale dei Comitati Scientifici Italiani. Quale è il ruolo di ICOMOS nel campo specifico dell’archeologia? ICOMOS nell’ambito dei testi dottrinali ha promulgato le linee guida per la protezione e la gestione del patrimonio archeologico nel 1990, oltre alle Linee guida Salalah per la Gestione dei siti archeologici pubblici nel 2017 in occasione della 19a Assemblea Generale.
I Comitati Scientifici Internazionali di ICOMOS sono tra loro fortemente connessi nei programmi di ricerca teorica e applicata in ambito archeologico, oltre al costante riferimento al Comitato Theophilos, “Theory and Philosphy of Conservation and Restoration”, che approfondisce i principi guida di tutte le discipline della Conservazione del patrimonio culturale; l’ICAHM “International Scientific Committee on Archaeological Heritage Management” promuove l’istituzione di percorsi formativi per figure professionali esperte in tali settori, attività di ricerca nei due ambiti, pubblicazioni e dibattiti, utilizzando nel migliore dei modi i social network.
Quest’anno alla XXIII BMTA per l’ICAHM sarà presente il Presidente Internazionale John A. Peterson, la Vice Presidente Nelly Robles Garcia, il Segretario Generale Adrian Olivier e il Segretario Amministrativo Matthew Whincop. Presidente Maresca Compagna qual è il senso e il segnale della presenza di ICOM Italia a Paestum? Abbiamo accettato con entusiasmo l’invito, perché riteniamo che la Borsa costituisca un’occasione importante di informazione e di scambio sulle potenzialità di sviluppo dei musei e siti archeologici dell’area mediterranea, un momento di confronto fra operatori culturali e operatori turistici, ma anche una sede di dibattito su nuovi strumenti utili per migliorare l’attrattività dei siti e la partecipazione dei cittadini italiani e del mondo alla loro conoscenza e interpretazione.
Qual è l’impegno internazionale di ICOM per l’archeologia? L’ICOM International Council of Museums è la più grande organizzazione mondiale dei musei creata all’indomani della II guerra per ricostruire non solo le ferite materiali da essa causate, ma anche le lacerazioni politiche e le disuguaglianze culturali e umane, che purtroppo persistono ancora oggi. Lo testimoniano il suo impegno, al fianco e in collaborazione con l’UNESCO e altre organizzazioni internazionali, per combattere il traffico illecito di beni culturali (dalla redazione delle Red List, le liste dei beni in pericolo in alcuni Paesi, alla lotta ai trafficanti) e la tutela del patrimonio identitario dei popoli, molti dei quali dilaniati ancora da guerre, rivoluzioni interne e distruzioni naturali.
Gran parte di questo patrimonio, come ben sappiamo, è di natura etnografica e archeologica. La nostra organizzazione, autonoma rispetto ai governi, rappresenta istituzioni e professionisti museali che lavorano in istituzioni di differente proprietà, organizzazione e tipologia, dall’etnografia alle scienze naturali, dalla storia dell’arte all’archeologia, alla storia.