19 giugno 2020 -
“Andando avanti di questo passo, non vorremmo essere costretti a interrogarci su chi fra i 15 Presidenti dei porti italiani, sedi di Autorità di Sistema Portuale, riuscirà a concludere il suo mandato senza essere colpito o affondato, o da “mozioni di sfiducia” o da provvedimenti giudiziari”.
Secondo Gian Enzo Duci, Presidente della Federazione italiana agenti marittimi, la bocciatura del bilancio dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, ovvero quella che governa il porto di Venezia, con il possibile strascico di un commissariamento del Presidente in carica, Pino Musolino, riaccende (a meno di due settimane dalla decapitazione del porto di Trieste), pesanti perplessità sul futuro della portualità italiana e sul rischio di uno scenario in cui a essere premiati potrebbero essere solo i Presidenti di porto, che preferiscano assumere con estrema prudenza qualsiasi tipo di scelta proprio per tenersi alla larga dai “siluri” che con sempre maggiore intensità attraversano le acque portuali.
“Non è solo un problema di solidarietà personale a un Presidente – afferma Duci – ma anche un problema operativo serio: già 8 porti su 15 sono entrati nel frullatore di sfiducia o di inchieste giudiziarie, al punto di parlare di vero e proprio conto alla rovescia verso il totale azzeramento in banchina delle scelte compiute dall’ex ministro dei Trasporti, Graziano Delrio”.
“Nel caso specifico di Venezia – prosegue il Presidente di Federagenti – il bilancio sul quale aveva dato parere favorevole a maggioranza l’Organismo di partenariato e quindi le categorie imprenditoriali che in esso sono rappresentate, quindi i Revisori dei conti, è stato bocciato per il voto contrario del Comitato di gestione nel quale sono rappresentate le Istituzioni locali. Una scelta che per legge deve essere motivata dall’emergere di precise inadempienze e violazioni”.