Oltre ad avere un'enorme dimensione costiera e numerose città importanti il cui sviluppo è tuttora legato anche al mare, l'Europa è infatti una grande potenza marittima: l'80% del commercio estero dell’Unione europea e il 40% del suo commercio interno utilizzano la navigazione; gli armatori europei controllano quasi il 40% del tonnellaggio mondiale di naviglio mercantile; l'industria cantieristica europea è leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e yacht di lusso; l'industria di produzione di apparecchiature e componenti marittime dell'Unione serve metà della flotta mondiale. In totale, nel 2018 la Blue Economy dell’Ue presenta un fatturato di € 750 miliardi (un aumento dell'12% sull’anno precedente), dei quali 218 miliardi di valore aggiunto (quindi più di 530 miliardi di costi intermedi, cioè di acquisti effettuati negli altri settori dell’economia) ed un’occupazione di 5 milioni di addetti (+ 11,6%).
Tali dati includono anche forti valori per il turismo costiero e l’estrazione di idrocarburi, dando un’immagine a prima vista imprecisa dell’economia del mare se si ritiene che debba includere solo le attività marittime vere e proprie (in Italia, ad esempio, tali settori non vengono analizzati nel rapporto dedicato periodicamente dalla Federazione del Mare al cluster marittimo nazionale, l’ultimo dei quali è stato presentato nel dicembre 2019). Depurati di tali voci, i dati per la Blue Economy europea per il 2018 sono pari a € 457 miliardi come fatturato (una crescita del 20%) e 1,8 milioni di persone come occupazione.