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Zes "di salvaguardia" del patrimonio produttivo nazionale


25 maggio 2020 - Il 21 maggio scorso The International Propeller Club of Milan, presieduto dal Dott. Riccardo Fuochi, ha organizzato un interessante webinar dedicato all’approfondimento dell’istituto della Zona Economica Speciale, un tema di grande attualità ancor più in questo delicato periodo storico, in cui è necessario individuare soluzioni concrete per la ripresa economica del Paese post COVID-19.

Per l’occasione è stato invitato come relatore l’Avv. Maurizio D’Amico, membro dell’Executive Board della Federazione Mondiale delle Zone Franche e delle Zone Economiche Speciali - FEMOZA, nonché esperto a livello nazionale ed internazionale sull’argomento. Dopo i saluti iniziali del Presidente Fuochi e del Presidente dell’International Propeller Club Nazionale Umberto Masucci, è iniziata la relazione dell’Avv. D’Amico, intitolata “La Zona Economica Speciale ‘di Salvaguardia’ del patrimonio produttivo nazionale per la nuova partenza dell'Italia al tempo del COVID-19”.

Il relatore, dopo avere descritto analiticamente le caratteristiche delle zone economiche speciali, ha evidenziato i limiti dell’attuale quadro normativo italiano dedicato alle ZES e a similari istituti, come le Zone Logistiche Semplificate, che hanno impedito finora, diversamente da ciò che è avvenuto all’estero, il decollo di tali eccezionali strumenti di accelerazione dello sviluppo economico. Tale fallimentare start-up - ha affermato D’Amico - è in gran parte riconducibile al modello italiano delineato dal frammentato quadro normativo, dal quale è scaturito tutt’al più un simulacro di Zona Economica Speciale, che non corrisponde né per l’entità delle agevolazioni e dei benefici previsti (ad esempio gli incentivi fiscali sono inconsistenti), né per il quadro della governance prescelta, alle ZES vere e proprie unanimemente riconosciute come vincenti a livello internazionale.

Quanto alle agevolazioni amministrative - ha continuato il relatore - il tema delle semplificazioni come è affrontato, le rende ben poca cosa, anzi si può dire che sono del tutto inconsistenti, anche considerando che l’Italia ha il ben poco invidiabile primato di avere, forse, il più burocratico apparato amministrativo del mondo, con un gravoso sistema legislativo e regolamentare, molto elefantiaco, confuso, frammentato e grammaticalmente carente (si vedano gli ultimi rapporti internazionali) che non può che scoraggiare qualsiasi imprenditore, anche il più ostinato, desideroso di investirvi.

Per tale ragione l’Avv. D’Amico ha illustrato la sua proposta di istituire la Zona Economica Speciale “di Salvaguardia” del patrimonio produttivo nazionale, che sarebbe finalizzata da un lato ad eliminare i precitati limiti rivitalizzando il modello italiano e colmando l’assenza di una vision di lungo periodo, dall’altro ad aiutare il tessuto produttivo nazionale ad una “nuova partenza” con vigore, assicurandogli concretamente un ambiente operativo business-oriented, dove il regime applicato è molto più coerente con le esigenze delle imprese.

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