La lettera spiega che
“Attualmente ci sono oltre 200.000 marittimi a bordo di navi in tutto il mondo che hanno completato il loro turno contrattuale a bodo, ma ai quali viene impedito di tornare a casa. Molti di questi marittimi manifestano effetti negativi sulla loro salute mentale e ciò comporterà l’incapacità a svolgere in modo sicuro i loro ruoli di fronte alla crescente stanchezza. Inoltre, le severe restrizioni imposte da molti paesi, tra le quali la negazione del congedo a terra e dell'accesso all'assistenza medica essenziale, stanno contribuendo alla fatica e all'esaurimento.
Le organizzazioni marittime temono casi di suicidio e autolesionismo tra i lavoratori vulnerabili di questa categoria. La lettera evidenzia che i governi hanno la responsabilità di aderire ai principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, e che gli Stati hanno il dovere di proteggere i diritti umani sia in circostanze normali che in periodi di crisi. Alcuni governi nazionali si sono già attivati adottando misure positive, ad esempio designando i marittimi “lavoratori essenziali”.
Le altre nazioni possono seguire questo modello per adottare misure volte a risolvere questo problema.
“Mentre migliaia di marittimi affrontano l'esaurimento lavorando su rotte di approvvigionamento fondamentali, il tempo passa per i governi”.L'industria aveva precedentemente concordato con i rappresentanti dei lavoratori due estensioni del contratto oltre il normale periodo regolato per il tempo a bordo a causa di Covid-19, i leader affermano che questa "non è più una soluzione sostenibile. "Il tempo sta finendo. Chiediamo di agire immediatamente, prima del 16 giugno 2020 - la scadenza finale concordata per attuare i cambi dell'equipaggio per i nostri marittimi ".