11 maggio 2020 -
“La storia racconta che crisi, rivoluzioni e guerre producono grande sviluppo e depressione. Il nostro Paese per il 95% è composto da imprese che hanno meno di 9 dipendenti. Oggi che siamo ancora tutti sostanzialmente in casa, non abbiamo idea di cosa ci aspetta perché quando si riaprirà in realtà ci ritroveremo davanti ad una situazione drammatica in cui sarà inutile ‘correre’ dietro le banche, sarà, invece, necessario adottare urgentemente soluzioni finanziarie alternative efficaci”
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Lo ha detto Francesco Fimmanò, vicepresidente della Corte dei Conti intervenendo al webinar promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli Nord, presieduto da Antonio Tuccillo, sul focus dedicato alle imprese in crisi dopo l’emergenza sanitaria del nuovo coronavirus.
“Siamo in una situazione nella quale il governo doveva intervenire con tempestività cercando di dare immediata liquidità alle aziende con almeno 25.000 euro, attraverso la garanzia statale del 100% - ha evidenziato Tuccillo - e che le banche dovevano erogare senza merito creditizio ma occorre constatare con amarezza che purtroppo solo poche aziende hanno ricevuto i prestiti da parte degli istituti di credito creando notevole disagio per le micro e piccole imprese”.
Secondo Sandro Fontana, consigliere segretario dell’Odcec Napoli Nord,
“è evidente che il lockdown rischia di provocare il contagio economico-finanziario attraverso la crisi a catena delle imprese. Un fallimento, purtroppo come sappiamo, non è mai un evento unico è circoscritto ed è noto il meccanismo che determina la crisi dell'impresa e il conseguente fallimento, allora si rende indispensabile l'applicazione di utili strumenti di prevenzione elaborati dalla politica economica e promossi dai professionisti, in particolare dal dottore commercialista, che riveste un indiscutibile ruolo di guida e di supporto per le pmi”.