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Il mondo dopo-Coronavirus? Meno inquinamento e boom delle rinnovabili


21 aprile 2020 - Distruzione delle biodiversità e urbanizzazione selvaggia. Sono queste le problematiche ambientali, secondo un recente studio di Greenpeace, che assieme all’inquinamento dell’aria favoriscono le diffusioni di virus fungendo da veri e propri vettori dell’infezione. All’organizzazione ambientalista ha fatto eco una ricerca della prestigiosa Università di Harvard, citata anche dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo la quale sussisterebbe un’innegabile correlazione tra la mortalità da Covid-19 e l’inquinamento atmosferico generato da polveri sottili.

 La combustione di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas viene anche indicata come una delle grandi sfide che il mondo dopo la pandemia da Coronavirus dovrà affrontare. I costi conseguenti all’impiego di energie tradizionali sono enormi, sia sotto il profilo economico sia sotto quello sociale: alle 4,5 milioni di morti premature, causate ogni anno proprio dall’emergenza ambientale, si aggiungono infatti costi sostenuti dal pianeta terra per oltre 2.900 miliardi di dollari, equivalenti al 3% del PIL mondiale.

 Sono in molti a credere che la promozione di impieghi energetici alternativi debba diventare un obiettivo primario nelle agende politico economiche degli Stati. Secondo Daniele Iudicone, imprenditore a capo di Fotovoltaico Semplice ed esperto di energia, “l’impiego su larga scala delle rinnovabili non è più opzionale. Maggiori saranno i ritardi nel ridurre le emissioni nocive in modo significativo, maggiori saranno le conseguenze per tutti”. Il brand romano, tra i più conosciuti in Europa e creatore di sistemi innovativi nel settore fotovoltaico, è anche il più convinto sostenitore italiano delle comunità energetiche.
 “Dobbiamo reinventare il nostro modo di concepire l’impiego energetico, puntando ad aumentare sempre più l’efficienza degli impianti coniugando convenienza per gli utenti e tutela ambientale”
 – spiega Iudicone, che aggiunge:
“le comunità energetiche possono essere un volano straordinario per l’innovazione con ripercussioni estremamente positive anche sul piano occupazionale”.
 La possibilità di instaurare sistemi di autoproduzione e distribuzione collettiva legati fotovoltaico, appunto le comunità energetiche, è stata inserita recentemente nel decreto Milleproroghe e promette di guidare una rivoluzione green di grande portata.

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