Alle precedenti preoccupazioni legate soprattutto alle politiche commerciali protezionistiche e alle tensioni nel Medio Oriente, si è aggiunta inaspettatamente l’epidemia del Covid-19, i cui effetti sulla nostra economia e su quella internazionale sono potenzialmente molto gravi. Allo stato attuale è molto difficile fare previsioni anche a breve termine; tutto dipenderà dall’estensione dell’epidemia a livello globale, dalla sua durata nel tempo, dalla possibilità che il momento di crisi si esaurisca, o quanto meno si attenui, nell’arco di pochi mesi.
In caso contrario, è facilmente prevedibile una fase di recessione economica, la cui durata è legata agli stessi fattori prima evidenziati. Per quanto riguarda il 2019, l’anno si è chiuso con una modesta crescita del Pil pari allo 0,2%, una situazione di sostanziale immobilità collegata soprattutto alla debolezza della produzione industriale, che lo scorso anno ha subito una flessione dell’1,3% rispetto al 2018.
La produzione manifatturiera italiana risente in modo significativo del forte calo della produzione industriale in Germania, scesa nel 2019 dell’1% circa, ma con una flessione del 2,5% nel mese di dicembre. Una nota positiva viene dal commercio estero che si conferma il motore dell’economia italiana. Infatti, nonostante le incertezze a livello internazionale, l’export italiano nel periodo gennaio-novembre 2019 ha segnato una crescita del 3,8% realizzando un deciso aumento del saldo commerciale passato da 33,4 a 47,7 Mrd.€.
I risultati migliori sono stati realizzati verso il Nord America (+14,0%) e verso l’UE a 28 (+7,3%). In decisa crescita anche le esportazioni verso i paesi dell’Estremo Oriente (+5,5%). I porti italiani nel 2019 hanno movimentato 10,63 Mio.Teu, con un aumento dell’1,8% rispetto al 2018. Ottimi i risultati di alcuni porti come Napoli (+20,8%), Livorno (+19,4%) e Trieste (+8,8%). Buoni anche i risultati di alcuni porti minori come Ancona (+10,8%) e Civitavecchia (+3,8%). Il porto di Genova, nonostante le note difficoltà che ha dovuto affrontare, realizza comunque una crescita, seppur modesta, dello 0,2%.
Da rilevare, da una parte la ripresa del traffico nel porto di Gioia Tauro (+8,4%), conseguenza probabile dei nuovi assetti proprietari del terminal container, dall’altra l’accentuarsi della crisi del porto di Cagliari (-55,1%) dopo l’uscita di Contship come gestore del terminal e l’abbandono della toccata da parte di Hapag Lloyd.