26 marzo 2020 - È l'appello che il vice presidente di Confetra, e spedizioniere del Porto di Ravenna,
Marco Migliorelli, rivolge all'Esecutivo ed al Parlamento.
"Questo non può essere tema di scontro ideologico con il sindacato. È una mera questione di buonsenso. Sono in viaggio, stanno arrivando e arriveranno nelle prossime settimane, numerose navi che sono partite dalla Cina o dal Sud America anche due otre settimane fa. Navi cariche di merci, prodotti, materie prime, destinate a imprese italiane, anche a quel 60% di aziende la cui produzione industriale improvvisamente e momentaneamente è sospesa a seguito del Decreto Legge del 23 marzo.L'Italia movimenta 11 milioni di contenitori l'anno, 800 mila al mese, 200 mila a settimana. Di questi, il 60% rischia di non poter quindi giungere a destinazione. Dove li mettiamo?
Discorso simile per le rinfuse. Oggi abbiamo avuto contatti con terminalisti,spedizionieri, agenti marittimi. Ne abbiamo discusso con il MIT e domani sentiremo il parere di Assoporti. La soluzione più ragionevole sarebbe che il Governo, ferma restando la sospensione della produzione, rendesse più chiaro tuttavia che i magazzini delle aziende tutte restano sempre aperti, per consentirci di consegnare la merce in entrata e trasportare fuori quella già prodotta.
Lo scopo del Decreto è quello di sospendere la produzione per far diminuire il numero di persone per strada e in fabbrica. Va bene. Ma questa vicenda con la produzione non c'entra niente.La nostra interpretazione del Decreto è comunque già questa. Corriamo altrimenti il serio rischio, entro un paio di settime, di avere i nostri hub logistici - porti, interporti e cargo village degli aeroporti - completamente impraticabili e saturi di merce in giacenza".