Nel testo di conversione in legge, all’articolo 34, la sospensione dei pagamenti degli aumenti stabilito dalla Legge finanziaria del 2006, il cui termine era inizialmente fissato al 30 giugno, viene posticipata fino al 30 settembre 2020. Salvata la stagione estiva, permane la situazione di incertezza per le 23 marine e approdi turistici in contenzioso ormai da 13 anni. Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica, non nasconde la sua delusione:
“La nostra proposta prevedeva una soluzione molto favorevole per lo Stato. Sono rammaricato che non sia stata accolta, anche come cittadino, perché siamo tutti consapevoli che a rimetterci sarà l’erario, prima ancora delle aziende interessate, dal momento che la prosecuzione della riscossione dei canoni illegittimi da parte dell’Agenzia delle Entrate - che prosegue nonostante tutte le sentenze favorevoli ai concessionari - avrà come esito il fallimento dei porti con conseguente cessazione dei canoni ordinari, degli incassi IVA e IRPEF oltre ai costi sociali generati”.Oltre alla questione degli approdi turistici, battaglia che Confindustria Nautica conduce da tempo insieme ad Assomarinas e Assonat, l’emendamento accantonato affrontava e chiariva altre due questioni determinanti per la filiera nautica: il regime dei Marina resort e quello delle forniture di beni e servizi a unità commerciali da diporto, che invece almeno per ora rimangono senza soluzione.