Il comparto marittimo è pienamente consapevole dell’esigenza di prendere tutte le precauzioni necessarie per ridurre la diffusione di COVID-19: navi e porti sono fortemente impegnati in tale sforzo e a tal fine operano secondo le linee-guida dell'Organizzazione mondiale della sanità e delle competenti autorità nazionali, sia per quanto riguarda i controlli sanitari dei passeggeri che per l’imbarco delle merci.
Purtroppo, a livello nazionale e globale, l'impatto del Coronavirus sul settore marittimo è notevole (secondo le prime stime, solo lo shipping nel mondo perderà circa 350 milioni di dollari a settimana), senza contare i gravi danni per la catena logistica e di approvvigionamento determinati dai più lunghi tempi di controllo delle merci in ingresso nei porti del Paese.
La Federazione del Mare ritiene che sia quanto mai necessario sin da ora impostare una forte iniziativa di comunicazione in Italia e all’estero, da lanciare alla fine dell’emergenza, per restituire all’Italia la sua elevata reputazione come destinazione di flussi turistici e origine delle merci. “L’intero cluster marittimo, compatto - afferma Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare - è già pronto a fare la sua importante parte per aiutare la ripresa nel primario interesse del Paese”.