A denunciarlo è Trasportounito, che fra Taranto, Genova e Novi Ligure, "vive di acciaio" e dipende interamente per la sua sopravvivenza dai servizi garantiti quotidianamente al colosso ILVA. Si tratta, per altro, delle stesse imprese che hanno pagato il prezzo del commissariamento da parte dello Stato lasciando sul campo corrispettivi non pagati per un valore di almeno 15 milioni di euro tutt'ora in contenzioso e molte aziende che proprio per questo contenzioso sono state costrette a chiudere. In caso di chiusura dell'ex ILVA le responsabilità hanno nomi e cognomi che l'autotrasporto non potrà dimenticare.
"Il contenzioso con le gestioni commissariali - ha affermato Gianni Rendina, coordinatore Trasportounito Puglia - si somma drammaticamente con le conseguenze della crisi odierna, costringendo l'autotrasporto a porre in atto tutte le misure possibili di protesta per scongiurare la chiusura delle aziende e un vero e proprio dramma occupazionale".