Il Presidente Mattioli nella sua relazione ha ricordato che la flotta italiana rappresenta un “marchio di qualità” internazionalmente riconosciuto. Un punto di forza del “Sistema Paese” che si fonda su: qualità dei servizi, tutela del lavoro marittimo e sicurezza delle persone, delle merci e dell’ambiente marino e che l’economia del mare si rafforza quale frontiera economica mondiale:
“l’industria marittima è capace di stimolare sviluppo, occupazione qualificata e innovazione; è una risorsa indispensabile, anzi insostituibile, per l’economia mondiale, per fronteggiare con successo e in modo unitario le sfide globali dei prossimi decenni”. In Italia il cluster marittimo vale 32 miliardi di euro, la Blue Economy allargata (considerando anche sport, energia e turismo) ha un valore stimato di 130 miliardi. Se il Paese saprà attivarne il potenziale ancora inespresso, si creeranno ulteriori ingenti risorse. “Proprio per questo, abbiamo immaginato l’Assemblea odierna come un invito a considerare il mare e la terra un unico “ambiente di sviluppo integrato”.
“Dobbiamo riuscire a congiungere le Alpi e il mare in un’unica prospettiva virtuosa ed è per questo che abbiamo più volte chiesto un’Amministrazione dedicata alle politiche marittime, ma continuiamo a rivolgerci ancora ad almeno otto Dicasteri”.