La Cina sarà presente nel salone espositivo e, venerdì 15 novembre, in un incontro di presentazione dell’area archeologica di Liangzhu, che proprio quest’anno è risultato il 55° sito UNESCO che ha fatto perdere all’Italia il primato da sola in cima alla Lista dei Patrimoni dell’Umanità. Le aree geografiche di provenienza della delegazione: Pechino, 4 Province (Fujia, Hunan, Shaanxi, Zhejiang), 1 Regione autonoma (Mongolia Interna).
Gli organismi presenti: 3 Parchi Archeologici e Musei (Changsha Tongguan kiln, il più antico forno di produzione ceramica durante la Dinastia Tang e il Periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni che ha contribuito alla diffusione della cultura della ceramica in Cina) di cui 2 nella Lista UNESCO (l’antica città di Xanadu, leggendaria capitale dell’impero mongolo fatta edificare da Kublai Khan, e le rovine di Liangzhu, non solo il sito che ha fatto perdere all’Italia il primato da sola in cima alla Lista UNESCO, ma di fatto l’insediamento della prima civiltà urbana dedita alla coltivazione del riso e il luogo eletto della civiltà cinese a seguito del ritrovamento del reperto di giada “King of Cong” 3.000 a.C.); 2 Istituti di Archeologia e Conservazione (Cultural Relics Conservation and Archaeology Division of Cultural Heritage Bureau of Zhejiang Province, Zhejiang Provincial Cultural Relics and Archaeology Institute); 3 Istituti di Architettura e Pianificazione Urbana (Shaanxi Provincial Conservation Engineering Institute of Monument & Sites, Beijing Tsinghua Tongheng Urban Planning & Design Institute, Zhejiang Province Institute of Ancient Architectural Design and Research; 1 Istituto di Tecnologie applicate ai Beni Culturali (Tsinghua Heritage Institute for Digitization con la Presidente Yan He); 1 Istituto di Ricerca (Pingtan International Institute of Austronesian Research); 1 Organizzazione non governativa (ICOMOS China).