Gli strumenti conoscitivi per operare ci sono, e sono stati definiti dall’accordo quadro che l’Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Toscana e l’AdSP hanno sottoscritto ad agosto del 2017 col fine di arrivare ad acquisire un quadro conoscitivo ampio ed aggiornato sullo stato ambientale e acustico in porto. L’Arpat ha impiegato un anno intero per effettuare otto campagne di rilevamenti a 360 gradi e valutare l’impatto delle emissioni delle navi commerciali e passeggeri. Le postazioni scelte per sviluppare l’indagine sono state
La Darsena Toscana Sponda Ovest e la Calata Sgarallino, di fronte alla Fortezza Vecchia. I risultati di un’annualità di studi sono stati discussi stamani e si rivelano sorprendenti. La campagna che si è svolta nel porto di Livorno ha evidenziato nel complesso una situazione positiva, con livelli di qualità dell’aria buona testimoniata dal pieno rispetto dei limiti di normativa per tutti gli inquinanti che sono stati monitorati: PM10, PM2,5, biossido di azoto, monossido di carbonio, benzene e biossido di zoldo.
È stato il coordinatore Arpat dell’Area Costa, Gaetano Licitra, a mettere in evidenza in dettaglio i risultati di questa indagine, comunicando per altro che «i limiti di normativa per l’SO2 sono stati ampiamente rispettati». Tutto bene, dunque? No, affatto: per sostanze inquinanti come il biossido di zolfo e il toluene è stata riscontrata la presenza di picchi orari di concentrazione degni di nota presso tutte e due le postazioni scelte per effettuare le indagini.