“Uniti possiamo fare la differenza e sostenere una politica che, soprattutto in questo particolare momento storico, si dice di voler rilanciare un Paese fermo da tanto, troppo tempo”.Il quadro di eccellenza tecnica, operativa, ed imprenditoriale dell’Italia nel settore marittimo è presto riassunto nei fatti, che devono essere portati all’attenzione dell’opinione pubblica e quindi del Governo in carica. I nostri Armatori hanno saputo trasformare le loro aziende nazionali in multinazionali di successo a conduzione familiare - “solo un italiano poteva fare questo” e gli equipaggi italiani hanno contribuito e contribuiscono da sempre a questo successo. I servizi tecnico-nautici rendono possibili le operazioni portuali con indici di produttività e standard di sicurezza elevati, colmando quel gap infrastrutturale che a volte è davvero importante.
Gli Agenti Marittimi fanno i “salti mortali” per rendere i tempi competitivi a dispetto di una conclamata “burocrazia bulimica”, in un mercato, quello marittimo, tra i più aggressivi e che ha insegnato al mondo cos’è la globalizzazione. Smettiamo di avere timore di dire che siamo bravi a fare qualcosa. Senza togliere assolutamente niente al Ministro Toninelli, che si è speso e si sta spendendo per il settore, bene ha fatto il presidente Duci a sottolineare che le ampie questioni diversificate che è chiamato a gestire, diventano insostenibili per un uomo solo.
Quelle del settore marittimo e della portualità italiana, sono importanti e complesse, ed il momento è di assoluta emergenza se vogliamo riprenderci un ruolo di primissimo piano che, per competenza e posizione geografica, ci spetterebbe di diritto nello scenario mondiale. La conoscenza e la consapevolezza puntualmente dimostrate dal Vice Ministro Rixi colmavano almeno in parte quella abissale carenza nel settore marittimo dovuta all’assenza di un Ministero del Mare, più volte anelato da tutti indistintamente. Le competenze all’interno del Governo certamente ci sono e le soluzioni indicate dal presidente Duci sono, non solo condivisibili, ma auspicabili.