Per problemi di spazio riportiamo una sintesi dell’indagine che, pur nella sua stringatezza, potrebbe rappresentare un prezioso contributo per tracciare nuove e più concrete ipotesi di sviluppo per la portualità veneta e per la sua policy infrastrutturale.
“Nel corso dei nostri incontri – afferma il presidente del Propeller Massimo Bernardo - abbiamo riscontrato come l’interesse degli operatori presenti, impegnati a discutere sui grandi temi del trasporto intermodale a livello mondiale, sia stato indirizzato non certo alla sola presenza del singolo porto ma a tutto il sistema trasportistico di cui fa parte come ben hanno fatto i porti della Liguria promuovendo il proprio sistema e quelli del Friuli Venezia Giulia con Trieste e Monfalcone insieme all’interporto di Pordenone ecc.ecc., solo per citarne alcuni! Non è stato così, invece, per il porto di Venezia nel cui stand campeggiava il grande ponte di Rialto, qualche foto di operazioni portuali per vari settori di traffico e una luminescente insegna con su scritto “Rialto Bar”. Ovvio quindi, per i tanti operatori intervistati, collegare il porto al turismo più che alla sua funzione commerciale e industriale e, conseguentemente, all’incidente della mn. Opera riportato nelle prime pagine dei media mondiali”.