Le attività svolte negli ultimi mesi dalle Commissioni confederali sulle materie di competenza sono state illustrate da Carlo Cameli, presidente Navigazione Internazionale, Beniamino Maltese e Fabrizio Vettosi, rispettivamente presidente e vicepresidente Finanza e Diritto d’impresa, Angelo D’Amato, presidente Risorse umane, Relazioni industrial ed Education, Guido Grimaldi, Presidente Navigazione a corto raggio, Gianpaolo Polichetti, vicepresidente Porti e infrastrutture, Fabio Faraone, segretario Tecnica Navale Sicurezza e Ambiente. Giacomo Gavarone, è intervenuto in qualità di presidente del Gruppo Giovani Armatori e coordinatore del Comitato regole e competitività.
Le priorità dello shipping in ambito internazionale sono state illustrate da Paolo d’Amico, presidente dell’Intertanko, ed Emanuele Grimaldi, vicepresidente ICS. Il presidente Mattioli si è in particolare soffermato sulle recenti proposte francesi per una possibile istituzione di una ECA (Emission Controll Area) nel Mediterraneo, nella quale applicare limiti più severi alle emissioni delle navi. Confitarma ritiene che la sede più opportuna per discutere tali iniziative debba essere l’IMO. Peraltro, attualmente lo shipping mondiale si sta impegnando in uno sforzo senza precedenti per rispettare i nuovi limiti del contenuto del tenore di zolfo nei combustibili marini che dal 1° gennaio 2020 si ridurrà di ben sette volte passando dal 3,5 % allo 0,5%. Una ECA nel Mediterraneo potrebbe essere presa in considerazione solo dopo aver valutato i benefici derivanti dall’implementazione del Sulphur Cap 2020.
“Difendere e rafforzare la competitività della flotta italiana continua ad essere la priorità di Confitarma – ha affermato il Presidente di Confitarma - che ancora oggi considera il Registro Internazionale il pilastro di una politica marittima efficace ed espansiva, che in venti anni ha portato alla crescita della nostra marineria restituendole la competitività nei traffici internazionali e nel grande cabotaggio dove l’occupazione italiana e comunitaria, nello stesso periodo, è aumentata del 140%. Nonostante la riduzione della flotta di bandiera italiana riusciamo ancora a confrontarci con le altre marine che non devono fare i conti con oneri, vincoli e burocrazia tutti italiani”.