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Smart ships: tecnologie e problematiche associate


16 maggio 2019 – “Smart Ships” è stato il tema affrontato all’hotel Bologna Best Western Plus a Mestre dall’International Propeller Club Port of Venice in collaborazione con Atena, l’Università di Trieste e con il Lloyd’s Register di Trieste.

Tema di grande attualità per capire cosa cambierà nel mondo della tecnologia, della sicurezza del trasporto, dell’ambiente, delle infrastrutture e strutture portuali, dell’economia in generale quando già dal 2020 saranno operative le prime unità completamente autonome in ambito locale mentre per il 2025 è previsto l’ingresso di navi autonome nello short-sea e addirittura entro il prossimo decennio questa tecnologia potrebbe interessare navi transoceaniche, cioè servizi a lungo raggio.

 Dunque Smart ships: navi intelligenti, cioè altamente automatizzate, poi semi autonome e successivamente completamente autonome, cioè senza equipaggio.
“Non è una visione a lungo termine - ha esordito il presidente del Club Massimo Bernardo - In questo contesto si stanno infatti bruciando i tempi perché si è capito che è una possibilità che
 – come hanno annunciato alcune importanti compagnie di navigazione -
si potrà verificare, come ho detto, già nell’immediato futuro. Ma allora ci chiediamo perché andare in questa direzione quando non si conosce ancora la sostenibilità economica degli investimenti necessari a sviluppare tali tecnologie?” 
“La ragione è molto semplice ed è di carattere economico – ha spiegato il presidente di Atena Veneto Walter Prendin - sembra che le navi autonome possano permettere un risparmio nei trasporti dell’ordine del 20 percento abbattendo i costi per il consumatore finale” 
 Sarà vero? Basterà per fare il grande salto con le autonomous ships?
“Alcuni esperti 
– come ha affermato il comandante dell’Autorità Marittima del Veneto Amm. Pietro Pellizzari -
 affermano che dal punto di vista tecnologico non ci sarebbero grandi problemi mentre, di contro, sembra esistano invece problemi dal punto di vista delle regole IMO che ha già classificato le autonomous ship in 4 diversi gruppi (quelle che adottano sistemi di assistenza remoti; quelle a controllo remoto con equipaggio a bordo; le unità a controllo remoto senza equipaggio; le navi completamente a guida autonoma), altri problemi derivanti dall’inadeguatezza del contesto legislativo, dal valore dei premi delle polizze rispetto a quelle oggi applicate su navi tradizionali, dai problemi legati ai cyber-risk, a quelli delle infrastrutture portuali e delle relazioni sindacali fino, dulcis in fundo, all’approvazione di una nuova normativa sovrannazionale per navigare oltre le acque territoriali di quello Stato che ne dovesse approvare la navigazione”. 
“Smart ship: panoramica delle tecnologie chiave” è stato il tema trattato dal presidente di Atena Walter Prendin; “Digital ship and te cyber securety in the shipping sector” quello relazionato dsll’ing Paolo Scialla del Lloyd Register di Trieste, “ Sviluppi recenti dei sistemi di supporto decisionale in falla” dell’ing. Luca Braidotti dell’Università di Trieste e “Abbandono di una nave con il suo equipaggio a Titolo 2 della Convenzione MTL 2006” è stata la relazione di Paolo Siligato Ispettore per il nord Adriatico dell’International Transport Worker’s Federation

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