Ma, con l’eccezione della Liguria che riesce a mantenere un trend alto anche negli altri periodi dell’anno, con 540 milioni nel secondo trimestre e 408 fra ottobre e dicembre, le isole maggiori pagano un prezzo altissimo al “mostro” della stagionalizzazione.
La Sardegna dimezza il suo fatturato estero fra aprile e giugno e scompare quasi di scena fra ottobre e dicembre con solo 92 milioni di spesa dei turisti esteri.
La Sicilia riduce di un terzo il suo income turistico internazionale nel secondo trimestre dell’anno e riesce a fatturare 365 milioni fra ottobre e dicembre. I dati contenuti nel rapporto di Bankitalia diventano ancora piú clamorosamente sbilanciati se si prende in considerazione l’intero fatturato turistico includendo quindi anche i visitatori provenienti da altre regioni d’Italia.
Partendo da questi dati nonché da quelli relativi alla spesa complessiva dei turisti stranieri in Italia (41 miliardi nel 2018) e dei vacanzieri italiani, Agenti Marittimi Italiani attraverso Federagenti yacht, alla vigilia del Forum del lusso possibile, l’evento che ormai da cinque anni si tiene a Porto Cervo e che “apre” idealmente la stagione turistica sarda, ha lanciato una proiezione-choc: l’incidenza del settore turistico sul Pil potrebbe, sulla base di uno sforzo di destagionalizzazione, passare dal 5 al 6,7 del Pil nel giro di due anni con una crescita record dell’occupazione dal 6% annuale di incidenza del turismo sul mercato del lavoro, a oltre il 9%.