Il network dei porti occidentali è cresciuto in maniera esponenziale nei numeri, finanziari, di merci e passeggeri, trasformando il declino in rincorsa e simulando il futuro con una vision strategica. La parola più declinata è stata riqualificazione dell’offerta portuale dell’intero network, che comprende i porti di Palermo, Termini Imerese, Trapani e Porto Empedocle, per conquistare il rispetto del mercato, dimostrando di essere affidabili, efficienti e di raggiungere gli obiettivi fissati con rapidità: un atteggiamento pragmatico che configura lo scenario di una trasformazione in atto.
La chiave di volta dello sviluppo turistico-portuale dovrà fondarsi sempre più sul link tra infrastrutture e servizi di qualità: infatti, a indicare la rotta intrapresa, ci sono progetti già avviati di nuove infrastrutture, una migliore razionalizzazione e un migliore sfruttamento degli spazi per dare un ordine finora assente, demolizioni per rinascere, dragaggi per accogliere i nuovi colossi del mare. Una effervescenza che segnala un nuovo mondo possibile a filo di mare, una magnifica rincorsa verso il futuro.
Le coste della Sicilia occidentale godono di una stagione allungata, di un territorio intriso di bellezza – quella presente della natura e quella passata dell’archeologia – e di presidi enogastronomici, della vicinanza con le isole minori, della rinomata ospitalità, un mix che potrebbe fare da volano a un’economia basata sulle crociere. I porti nel loro mutare pelle diventeranno uno spazio di sosta, funzionale alle rispettive città, una meta programmata e voluta, un’occasione per immergersi in un’atmosfera diversa.
Sempre più percorsi devono incrociarsi tra porto, mare e città, fino a credere possibile tutto: economie, traffici, commerci, tempo libero, spettacoli, cultura, cultura dell’accoglienza. La Sicilia occidentale ha un… mare di ricchezze da raccontare e condividere. Una potenzialità inespressa che chiede solo di poter esplodere.