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Fedespedi economic outlook - II semestre 2018


8 marzo 2019 – Nella foto la Presidente Silvia Moretto - E’ stato pubblicatoieri Centro Studi Fedespedi il 14° quadrimestrale di informazione economica “Fedespedi - Economic Outlook”, con i dati di scenario (macroeconomici, import, export) relativi al II semestre 2018 e approfondimenti sul cargo aereo, sul traffico sulla rete autostradale e sulle tendenze in atto nello shipping internazionale. Dallo studio emerge quanto grandi incertezze – a livello nazionale e internazionale – gravino sulla traiettoria a breve del ciclo economico italiano, spingendo imprese e consumatori a scelte prudenziali. L’esito sono una domanda interna debole e una flessione del saldo commerciale per il nostro Paese (del valore di 38,765 miliardi di euro nei primi 11 mesi del 2017 e ridottosi, nello stesso periodo del 2018, a 32,939 miliardi), che comunque rimane fortemente positivo.

 Queste le questioni “aperte” che hanno ridotto la crescita degli scambi internazionali nel 2018 e che iniziano a pesare sull’export (-0,4% a novembre 2018) e import (-2,2% a novembre 2018) italiani:

  • -le politiche protezionistiche e daziarie di Trump (che fanno volare l’economia USA - PIL +3,5% - anche grazie ad ampie agevolazioni fiscali alle imprese) e le lunghe trattative commerciali tra USA e Cina; -la flessione della crescita cinese – stimata sotto le attese anche nel 2019 (+6,5%) e nel 2020 (+6,2%) – anche come conseguenza della ridefinizione della politica economica del Paese (più propenso a dare maggiore attenzione alla domanda interna); 
  •  -il conseguente rallentamento delle economie dell’eurozona nel 4° trimestre del 2018 e il calo della produzione industriale, soprattutto in Germania (-1,9% a novembre e -0,4 a dicembre) e Italia (-1,9% a novembre e -0,8% a dicembre), che sembrano segnare un momento di rottura rispetto al buon andamento dei 3 anni precedenti; 
  • -l’incognita Brexit e il rischio di un mancato accordo tra UE e Regno Unito: non va dimenticato il fatto che il Regno Unito è il 5° partner commerciale dell’Italia, vale il 5,5% dell’export nazionale ed è tra i Paesi con i quali abbiamo il saldo commerciale positivo più alto (export: 21,208 miliardi di euro; import: 9,906 miliardi di euro), insieme a Stati Uniti, Francia e Svizzera; 
  • -la decisione di mantenere o imporre nuovi embarghi in risposta a tensioni politiche (ad esempio, il perdurare delle sanzioni verso la Russia e le nuove sanzioni verso l’Iran). 


Nonostante queste grandi incertezze, l’export italiano continua a crescere (+3,8% nei primi 11 mesi del 2018, in calo rispetto al +7,4% del 2017 e appena sotto l’export mondiale, che fa segnare +4% nel 2018, anch’esso in calo rispetto al +5,3% del 2017). I risultati migliori sono verso l’Africa (+8,2%) e l’Asia Centrale (+17,4%), oltre che verso l’UE a 28 (+5,3%, nostro tradizionale bacino di destinazione). Per quanto riguarda il saldo commerciale, i Paesi con cui abbiamo maggior deficit rimangono Cina, Paesi Bassi, Germania e Belgio.

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