1 marzo 2019 - Il Presidente di Assoporti Daniele Rossi ha rilasciato la seguente dichiarazione relativamente alle misure adottate nei confronti dei vertici dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale.
“Nell’apprendere la notizia dell’applicazione della misura cautelare della sospensione provvisoria dall’esercizio dell’ufficio (non della interdizione dai pubblici uffici come erroneamente riportato dalla stampa) disposta dal GIP a carico del Presidente del porto di Livorno, Stefano Corsini, e del Segretario Generale, Massimo Provinciali, nell’ambito dell’inchiesta sulle autorizzazioni all’utilizzo degli accosti e dei piazzali della radice della Darsena Toscana, Assoporti manifesta la piena solidarietà e vicinanza ad entrambi i colleghi, con la certezza che nel prosieguo delle indagini e dell’eventuale giudizio di merito potranno chiarire la loro posizione e la legittimità del loro operato.
In un contesto in cui le aree portuali disponibili per i traffici sono oggetto di pressante richiesta, non stupisce che anche pochi metri quadrati siano oggetto di aggressiva contesa fra gli operatori che spesso trova il suo epilogo nelle sedi giudiziarie e la difficile mediazione cui sono chiamate le Autorità Portuali deve fare i conti con le difficoltà applicative ed interpretative di una disciplina legislativa di settore particolarmente complessa.
A fronte di questo, ci sono progetti importanti per tutta la regione Toscana: l’investimento di centinaia di milioni per la realizzazione della Darsena Europa, la rimessa in funzione dei bacini di carenaggio, il Porto turistico, l’accesso alle grandi navi, l’implementazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, l’avvento di Jindal che ha rilevato l’acciaieria di Piombino, tutti progetti da ascrivere alla professionalità ed alla determinazione che ha caratterizzato l’azione del presidente Corsini, del Segretario Generale Provinciali e di tutta la AdSP di Livorno e Piombino.
Assoporti ritiene che il faro dell’azione della AdSP di Livorno e Piombino non possa che essere stato sempre la legittimità dell’azione amministrativa, l’interesse pubblico, l’economia del territorio, la salvaguardia del libero accesso alle infrastrutture portuali, la tutela dell’occupazione e della sicurezza, la promozione dei traffici.
Rileviamo altresì la profonda preoccupazione per la continuità della gestione delle attività in corso in uno dei più importanti porti italiani che necessitano di un presidio amministrativo operante nel pieno delle sue funzioni.
Per questi motivi, pur esprimendo la piena fiducia nell’attività della magistratura, auspichiamo che le misure cautelari possano essere riconsiderate e la governance di un complesso sistema portuale possa essere tutelata adeguatamente”.