6 febbraio 2019 - “Autonomia differenziata. Il percorso possibile”. Al dibattito, promosso da Unione Industriali Napoli e Università Federico II, sono intervenuti il Presidente di Unione Industriali Napoli Vito Grassi, il Giurista, già Presidente Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, il Presidente Svimez Adriano Giannola, il Giornalista Marco Esposito, il Rettore della Federico II Gaetano Manfredi, il Vice Direttore di “la Repubblica”, Sergio Rizzo (moderatore).
Dal dibattito è emersa la seguente proposta.
La richiesta di autonomia differenziata avanzata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna pone l'Italia di fronte a un bivio: può portare a una secessione mascherata oppure può diventare l'occasione per l'intera Italia per rivedere il funzionamento della Repubblica, superando le forti distorsioni del federalismo le quali - in carenza di una preventiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (i LEP) - hanno portato a riconoscere fabbisogni standard iniqui in delicati ambiti sociali (sanità, università, asili nido, istruzione, trasporto pubblico locale, assistenza ai disabili e agli anziani non autosufficienti).
A ciò si aggiunga che l'assenza dell'asticella - cioè della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e civili - ha finora impedito all'Esecutivo (art. 120 Cost) di sanzionare la macroscopica inefficienza di talune amministrazioni e di sostituirsi alle amministrazioni inadempienti, nell'interesse dei cittadini.
L'occasione quindi va colta per intraprendere un percorso nel quale siano trasparenti le finalità, le regole e l'arbitro, con una proposta che promuova in ciascuna comunità responsabilità, efficienza e un'equità finalizzata sia all'attrattività economica, sia alla reale convergenza e tenuta sociale dei territori, riconoscendo al Parlamento e al Governo il ruolo di garanzia e di intervento a correzione degli eventuali effetti distorsivi.
Ma va colta anche per accrescere la competitività nazionale e dei territori interessati, rafforzando, d’un lato, alcune potestà legislative statali in materie nevralgiche per lo sviluppo economico nazionale (infrastrutture strategiche, energia, ambiente ecc.) e, d’altro lato, perseguendo l’obiettivo della semplificazione della pubblica amministrazione.
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