Il documento, che non è esaustivo perché alcune imprese non hanno inviato agli uffici competenti le informazioni richieste, mette comunque in evidenza come a Livorno la situazione occupazione sia positiva. La forza lavoro risulta infatti essere pari a quella del 2013, nonostante la quiescenza di circa 50 lavoratori di due società che operano in appalto e che hanno usufruito di misure per l’incentivazione all’esodo e per la formazione il personale, operativo e amministrativo.
A Piombino, la chiusura di Agelpt (la società autorizzata, ai sensi dell’articolo 17, comma 5, della legge n.84 del 1994, alla fornitura di lavoro portuale temporaneo nel porto di Piombino) fa riflettere sulle indubbie situazioni di crisi dei traffici e del lavoro, molto legate agli aspetti “siderurgici” dello scalo, che ancora devono raggiungere i livelli precedenti alla crisi iniziata nel 2008.
Tali situazioni di crisi non sono state ancora superate, ma i recenti positivi sviluppi della situazione relativa agli stabilimenti siderurgici di Piombino e l’ultimazione di importanti opere infrastrutturali lasciano auspicare un interessante potenziale di ripresa nel breve-medio periodo.
Più in generale, il Piano, che verrà aggiornato nei prossimi mesi con i dati ancora mancanti e non fatti pervenire dalle società interessate, evidenzia due cose: l’esigenza di intervenire sugli aspetti lavoristici del porto di Piombino al fine di tutelare la forza lavoro e programmare gli impegni delle società coinvolte nel ciclo produttivo/operativo esistente, e la necessità di programmare percorsi formativi idonei alla riqualificazione, riconversione del personale.