L’accordo è stato firmato da Sua Eccellenza Sultan Ahmed Al Jaber, Ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti e Amministratore delegato di ADNOC, e da Claudio Descalzi, Amministratore delegato di Eni. ADNOC ha annunciato contestualmente di aver ceduto a OMV la quota del 15% di ADNOC Refining, rimanendo così detentrice della quota del 65%. ADNOC, Eni e OMV hanno concordato altresì di costituire una Joint Venture dedicata alla commercializzazione dei prodotti petroliferi con le medesime quote azionarie stabilite per ADNOC Refining.
I termini concordati per l’acquisizione da parte di Eni delle quote del 20% implicano un corrispettivo cash pari a circa 3,3 miliardi di dollari al netto del debito netto e passibile di aggiustamenti al momento del closing, ammontare che corrisponde a un valore di impresa (enterprise value) pari a circa 3,9 miliardi di dollari (quota Eni).
Il completamento dell’acquisizione è soggetto al verificarsi di alcune condizioni sospensive, inclusa l’autorizzazione da parte degli Emirati Arabi Uniti a altre autorità regolatorie. Quella firmata ieri è una delle operazioni più rilevanti mai condotte nel settore della raffinazione e riflette la dimensione, la qualità e il potenziale di crescita degli asset di ADNOC Refining, unitamente alla posizione geografica che le consente di rifornire i mercati di Africa, Asia ed Europa. ADNOC Refining opera tre raffinerie, situate nelle aree di Ruwais (Ruwais East e Ruwais West) e Abu Dhabi (Abu Dhabi Refinery), con una capacità di raffinazione complessiva che supera i 900 mila barili al giorno.
Il complesso di raffinazione di Ruwais è il quarto a livello mondiale in termini di capacità produttiva e garantisce un elevato livello di conversione grazie all’adozione delle migliori tecnologie disponibili e di uno schema di processo a elevatissima conversione. Il complesso industriale ha già dimostrato di avere un margine di raffinazione resiliente, grazie a importanti vantaggi competitivi in termini di integrazione, economie di scala, complessità ed efficienza degli impianti, vicinanza ai giacimenti upstream (che forniscono il greggio e l’alimentazione di gas naturale) e posizione baricentrica rispetto ai mercati orientali e occidentali. Inoltre, è stato già definito un piano di sviluppo per aumentare la competitività e profittabilità del complesso attraverso l’incremento della flessibilità della selezione di greggi processabili e dell’efficienza energetica.