Per quanto riguarda il traffico crocieristico, Civitavecchia registra un incremento del 12% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente ed un totale di 1.884.3454 crocieristi. Incremento che risulta ancor più significativo poichè determinato sia da un incremento dei crocieristi in transito (+12%) che da una crescita di quelli in c.d. “turn around” (+11%).
Il traffico complessivo dei tre porti del network laziale si conferma ai livelli del 2017 con un totale di 12.660.299 tonnellate movimentate (-0,1%). Nello specifico, il traffico risulta in leggera crescita nel porto di Civitavecchia (+1,3%) e in quello di Fiumicino (+1%%); in flessione dell’11% nel porto di Gaeta.
La crescita del porto di Civitavecchia è trainata principalmente dal traffico di merci in colli che, nel complesso, aumenta di oltre il 10% (pari a 460 mila tonnellate in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) grazie ad un ulteriore incremento del traffico di merce in container (+3%) e, soprattutto, delle merci trasportate in modalità RO-RO che crescono di oltre il 12%, con 460 mila tonnellate in più movimentate e 28 mila mezzi pesanti in più imbarcati e sbarcati.
Anche in termini di contenitori T.E.U. l’incremento equivale a circa l’8% per 77.413 contenitori T.E.U. movimentati al 30 settembre 2018, di cui 21 vuoti e 56 mila pieni per quasi 700 mila tonnellate di merci trasportate. Il traffico in aumento delle merci in colli e delle restanti rinfuse solide, - principalmente prodotti chimici (+45,6%) e prodotti metallurgici (+6%) - compensa ampiamente l’ulteriore calo, dovuto a fattori esogeni, dei traffici legati al ciclo produttivo dell’Enel, in particolare carbone, cenere e gesso, che fanno registrare una perdita di circa 360 mila tonnellate.
Tra i prodotti metallurgici si conferma un’ulteriore crescita, di oltre il 47%, del traffico in esportazione di coils in acciaio, ad ulteriore dimostrazione della ritrovata dinamicità delle acciaierie di Terni; cresce anche il traffico di fluorite (+9%). Tra i minerali grezzi, invece, aumenta di oltre il 25% il traffico di argilla e si inserisce un nuovo traffico in esportazione: il rapillo vulcanico.
Per quanto concerne il traffico di autovetture nuove esportate, risentendo in particolare dell’andamento del traffico delle auto FCA prodotte dallo stabilimento di Cassino, subisce una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2017 (segnatamente 45 mila autovetture rispetto alle circa 112 mila dell’anno precedente), mentre si registra un sensibile incremento del traffico di autovetture importate che passano da 109.550 a 118.644. Rilevante, invece, l’incremento della sottocategoria “mezzi pesanti” (+18,8%), per un totale di oltre 176 mila mezzi pesanti movimentati (circa 28 mila in più rispetto ai primi nove mesi del 2017).