19 novembre 2018 - Il 13 novembre, a Tokio, nel corso del Tradewinds Shipowners’ Forum, Esben
Poulsson, presidente dell’ICS-International Chamber of Shipping, ha posto l’accento sulle serie preoccupazioni derivanti dalla sfida statunitense
"ai comprovati benefici del multilateralismo e dell'attuale ordine commerciale sostenuto da un sistema di regole e norme internazionali che ha portato pace e prosperità dalla Seconda Guerra Mondiale ".
"Il punto di vista secondo cui il commercio internazionale può essere visto come una sorta di gioco a somma zero è palesemente falso",
ha affermato Poulsson che d’altro canto ha riconosciuto che gli Stati Uniti nutrono legittime preoccupazioni in merito alle politiche di alcuni dei partner commerciali, preoccupazioni in parte condivise anche dall’ICS specie per quanto riguarda l'eventuale contributo della Cina e della Corea del Sud alla sovraccapacità dell’offerta di stiva. Peraltro, secondo Poulsson
“si tratta di questioni che possono essere risolte meglio attraverso una cooperazione e un dialogo continui, lavorando nell’ambito di quelle istituzioni internazionali che gli Stati Uniti e altri paesi hanno contribuito con successo a istituire e che governi come la Cina e la Corea del Sud in generale sostengono, riconoscendo l'autorità e la giurisdizione di queste istituzioni globali ".
Poulsson ha affermato che spesso si dimentica che la domanda di trasporto marittimo è in realtà aumentata di circa il 30% dal 2008, con un volume annuale di merci trasportate via mare che supera ora i 10 miliardi di tonnellate.
"La lenta crescita in molte economie OCSE è stata ampiamente compensata dall'incredibile crescita della domanda della Cina e di altre economie emergenti che rappresentano
ormai oltre il 50% della domanda globale di trasporto marittimo".
"L'influenza dell'industria marittima sulle politiche geopolitiche e commerciali che i governi potrebbero decidere di perseguire è in realtà piuttosto limitata - ha concluso Poulsson - Ma come servitore del commercio mondiale, penso che la nostra grande industria abbia il dovere di spiegare le implicazioni negative delle politiche che possono seriamente danneggiare lo sviluppo economico a lungo termine ".