Il professor Fermeglia ha citato alcuni importanti studi internazionali, con brevi spot sulle questioni che maggiormente preoccupano a livello globale: insostenibilità economica del “rapporto di dipendenza” (invecchiamento della popolazione e pensioni), distruzione della classe media e aumento del gap tra molto poveri e molto ricchi, abbassamento drammatico degli investimenti in istruzione, necessità di procedere spediti con decarbonizzazione e digitalizzazione.
Il tutto potrebbe portare alla “tempesta perfetta” già nel 2030 a causa dell'aumento della popolazione (fino a 8,3 miliardi), di aumenti nelle richieste di cibo ed energia a fronte di una produzione non adeguata, di problemi di approvvigionamento per l'acqua potabile, della riduzione delle emissioni di gas serra inferiori alle aspettative con cambiamenti climatici sempre più evidenti e, come conseguenze, anche l'aumento di tensioni internazionali e migrazioni.
In questo scenario, ha spiegato Fermeglia, alcuni mestieri spariranno ed altri ne appariranno, con l'automazione che ormai è già iniziata in diversi settori, non necessariamente industriali. Nell'intervento successivo, il professor Sergio Bologna (storico, analista politico e pubblicista), attualmente alla presidenza dell'Aiom (Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi) di Trieste, ha focalizzato l'attenzione su ciò che accade nei porti, non senza aver citato alcuni studi internazionali che però, ha sottolineato «.. non si occupano della qualità dei posti di lavoro».
Partendo dall'esempio dell'automazione di un terminal container nel 1993 a Rotterdam, il professor Bologna ha portato l'attenzione sulla possibile coabitazione tra esseri umani e robot nello svolgimento delle attività e delle relative ricadute anche dal punto di vista delle relazioni industriali, del potere contrattuale e dell’occupazione in generale. Dell'assenza di regole chiare ha invece parlato l'avvocato Alberto Pasino (Partner Zunarelli Studio Legale Associato), nel descrivere il dibattito sulla questione delle navi a controllo remoto o semiautonome. «Nessun ordinamento prevede la personalità giuridica di una macchina» ha detto Pasino, richiamando la necessità di definire le responsabilità in caso di incidente o malfunzionamento.