8 agosto 2018 - “Questo importante settore dell’economia, avrebbe necessità di un po’ di tranquillità per andare avanti, non di essere costantemente modificato” - afferma la Presidente Finco Carla Tomasi in un’articolata dichiarazione rilasciata ieri.
“La motivazione - ma in qualche caso diremmo meglio il pretesto - è sempre lo stesso: snellire le procedure ed avvicinarsi all’Europa; intenti entrambi lodevoli, bisogna vedere come vengono attuati. Secondo alcuni operatori, meno regole e controlli ci sono, meglio è: ma negli ultimi anni questa posizione non è più così condivisa.
Gli operatori istituzionali ed economici – lo hanno ad esempio dimostrato i documenti di consultazione diramati dall’ Autorità di Vigilanza sui LLPP ed anche da Anac, di cui si vuole richiamare la recente del tutto condivisibile Audizione in Parlamento – non vanno in questa direzione.
Nel mondo industriale, in particolare, la diversità di opinione non è fra grandi e piccole imprese, ma fra imprese OG (opere generali) e imprese OS (opere specialistiche).
Quest’ultime richiedono più regole, anche di indirizzo (soft-low), e più controlli, perché solo così sono tutelate contro le approssimazioni e la delinquenza organizzata che spesso e volentieri si infiltra negli appalti, senza contare l’interesse generale alla qualità dell’opera.
Altri vorrebbero invece tornare ai poteri che garantiva loro, di fatto, la Legge Obiettivo.
Questa diversità di posizione è per certi versi insanabile: ogni volta che arriva un nuovo Ministro delle Infrastrutture viene invariabilmente “abbordato” dai grandi centri di interesse dei LLPP per cercare di orientarne le strategie verso una deregulation del settore in nome dell’efficienza e della libertà di impresa.
La voce delle imprese specialistiche viene spesso ascoltata in seconda istanza, come se rappresentasse una realtà di nicchia non meritevole di incidere sugli orientamenti legislativi.
Al contrario il parere delle imprese specialistiche, da sempre critico verso la Legge Obiettivo, si è rivelato lungimirante. Gli innumerevoli danni provocati al sistema dalla legge Obiettivo hanno peraltro, alla fine, provocato anche la disfatta dei vecchi potentati delle OOPP onde è prevalso il punto di vista delle opere specialistiche anziché quello delle opere generali”
- conclude Carla Tomasi.