Il settore è, tra l’altro, la cinghia di trasmissione dell’export italiano, la voce del PIL che ha sostenuto la ripresa economica negli ultimi anni e che oggi ammonta in valore al 31,8% del PIL reale, con prospettive di ulteriore crescita negli anni venire.
Un settore, quello dei trasporti e della logistica, che negli ultimi anni cresce ad una velocità superiore al PIL per cui, sottolinea Cascetta - "se si cresce a questi trend si rischia la congestione delle infrastrutture". Per accompagnare ed essere a servizio dell’economia italiana "l'Italia ha messo in campo negli ultimi tre anni un piano senza precedenti per lo sviluppo integrato di merci e logistica: con il paradigma di Connettere l'Italia, sono stati realizzati interventi condivisi e integrati, coerenti con la vision di sostenibilità ambientale, economica, sociale - con investimenti in infrastrutture, incentivi e semplificazioni, per tutte le modalità di trasporto". Il piano infrastrutturale può inoltre contare su "risorse certe (oltre 180 miliardi su SNIT di primo e secondo livello, già finanziati al 73%) e risultati tangibili già raggiunti nel breve termine". L'autotrasporto, in questo contesto, rappresenta “l'ossatura del trasporto merci del Paese ed il protagonista dell’intermodalità nazionale in sinergia con lo sviluppo profuso con la cura del ferro e la cura dell'acqua per sviluppare il trasporto combinato nel nostro Paese". E Cascetta ricorda appunto le principali misure delle scorse manovre di Bilancio: dagli incentivi Ferrobonus e Marebonus, passando per gli stanziamenti per i valichi ferroviari alpini e le connessioni di ultimo miglio nei porti, senza dimenticare importanti programmi direttamente attinenti al trasporto stradale quali il Contratto di Programma ANAS e l’iniziativa Smart Road.