Nel Mezzogiorno sono in progress molte iniziative tra cui quelle nella Regione Campania e nella Puglia che ormai sono nelle fasi finali dell’iter di approvazione. La sessione, oltre analizzare dei casi studio, si focalizzerà sulle ZES del Decreto Sud e sulla loro rilevanza per il sistema marittimo nazionale, sul ruolo del pubblico a sostegno delle imprese, sul ruolo delle ZES per l’internazionalizzazione di un territorio e sulla sfida del Mezzogiorno per aumentare la competitività portuale.
Venerdì successivo, sempre alla Stazione Marittima, due moduli organizzati in collaborazione con SRM (Studi e Ricerche del Mezzogiorno) per mettere in luce due sfide che in futuro caratterizzeranno lo scenario dei trasporti marittimi del Mediterraneo e che dobbiamo essere pronti a cogliere.
Gli orizzonti dello Short Sea Shipping e come dialogare con l’intermodalità. La prima sessione sarà incentrata sul Short Sea Shipping (SSS) in cui l’Italia già riveste una posizione di leader. Gli ultimi dati mostrano che nel Mare Nostrum abbiamo una quota di SSS sul totale europeo pari al 36% con oltre 200 milioni di tonnellate di merci movimentate. Segmento di forte interesse è la modalità RO-RO (Roll-on Roll off, vale a dire navi che trasportano mezzi gommati) dove i porti del nostro Paese hanno sorpassato 106 milioni di tonnellate movimentate nel 2017.
Date le grandi potenzialità dettate dalla crescita del mercato dell’auto stimata per i prossimi anni ed i significativi margini di crescita che il comparto ha ancora, è opportuno fare il punto sul futuro e sulle strategie da mettere in campo su questi comparti. Gli investimenti della Cina: la “Maritime Silk Road” Con i ritmi elevati di traffico che sta segnando il Canale di Suez (+11% nel 2017 sul 2016), l’aumento del traffico navale (+24% dal 2012 al 2016) e il ritrovato slancio di alcuni Paesi dell’Area Mena (Middle East e North Africa) il Mediterraneo sta ritrovando una nuova e più incisiva centralità in ambito marittimo mondiale.
La Cina sta insistendo con importanti investimenti in terminal e porti nell’area MED, che rappresentano una delle strategie primarie da perseguire sulla Belt & Road Initiative; SRM stima investimenti logistico marittimi di 6 miliardi di euro già realizzati nel Mediterraneo da operatori del Far East e questo deve lasciar riflettere su come e in che misura possiamo cogliere le grandi opportunità che scaturiranno per i nostri sistemi portuali. Occorrerà però mostrare alla Cina che il nostro sistema logistico e marittimo sia efficiente, forte e coeso. Una riflessione sulla Maritime Silk Road si impone per ascoltare quali siano le differenti visioni e le differenti angolature che hanno i protagonisti del settore.