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Autorità di regolazione dei trasporti: va superata o riformata


23 giugno 2018 - È in aperto dissenso il Presidente Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica - Nereo Marcucci alla presentazione del Quinto Rapporto Annuale al Parlamento che il prof. Camanzi Presidente dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti ha illustrato ieri a Montecitorio.
 "Contavo su una qualche forma di riflessione critica e di apertura considerando che le decisioni dell'ART provocano contenziosi sin dal 2015 - spiega Marcucci - e che da allora l'Autorità ha perso con varie motivazioni tutti i ricorsi promossi da Confetra e dalle Associazioni del sistema confederale. La stessa Corte Costituzionale gli ha dato torto e come monito nell'ultima Sentenza il Tar Piemonte l'ha condannata anche al pagamento delle spese processuali.
Ma l'Autorità continua imperterrita contando sul patrocinio gratuito dell'Avvocatura di Stato mentre per noi i costi ricadono sulle imprese. Nel diritto civile se le nostre Imprese intasassero i Tribunali con cause temerarie ne dovrebbero rispondere, l'Organo di controllo della spesa pubblica dovrebbe esprimere altrettanta severità su comportamenti omologhi che avvengono nell'ambito della giustizia amministrativa".
 Il disappunto di Marcucci è ampiamente motivato dalla notizia ufficiale che l'ART si appellerà ancora una volta al Consiglio di Stato contro la recente sentenza del TAR Piemonte che ha dato ragione a Confetra. Il motivo del contendere riguarda gli ingenti contributi - 19 milioni di euro all'anno - che l'ART pretenderebbe dalle imprese private di autotrasporto, spedizione e logistica che non sono servizi regolati.
 “Ancora una volta - sottolinea Marcucci - chiedo un chiaro intervento legislativo: negli altri Stati Membri non esistono Autorità simili a quella italiana e il ruolo di garanzia nell'accesso equo e non discriminatorio nei servizi ex monopoli pubblici viene svolto dai Ministeri. In Italia si assiste a una sovrapposizione di ruoli e a duplicazioni di funzioni: il nuovo Parlamento dovrebbe disboscare quei ruoli e quelle duplicazioni e se si confermasse l'utilità dell'Autorità di Regolazione se ne dovrebbe rivedere la norma istitutiva caricandone i costi sulla fiscalità generale”.

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