Nella sua relazione il presidente di Angopi, Cesare Guidi, ha sottolineato che
“quanto mai attuale appare la disciplina codicistica degli ‘usi pubblici’ del mare, meritoriamente tenuto in considerazione dal legislatore, che con la legge di riforma portuale (legge 84/94) ha, fra l’altro, attribuito alle Autorità Portuali compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazione portuali, prevedendo un regime concessorio per l’affidamento delle aree demaniali necessarie allo svolgimento delle medesime operazioni portuali”.Questo impianto normativo ha spiegato il presidente di Angopi
“appare oggi più che mai funzionale alla tutela dell’interesse nazionale, soprattutto in un momento caratterizzato dalla prospettiva di ingenti investimenti derivanti da un ormai avviato progetto di costituzione di un nuovo aggregato geografico euro asiatico”.Anche Mario Mattioli, presidente di Confitarma, ha detto che la sua associazione
“è assolutamente d’accordo con Angopi che sia ribadita la gestione pubblicistica dei porti. E’ questa una garanzia per tutto l’armamento e per lo sviluppo complessiva della portualità. I nostri porti però – ha aggiunto – devono essere sempre più competitivi e andare con decisione verso una semplificazione amministrativa”.E anche la natura del servizio di ormeggio come operatore interno alla pubblica amministrazione è per Mattioli un “passaggio fondamentale per tenere assieme competitività e sicurezza”. Il presidente di Confitarma ha infine sottolineato che la sicurezza in ambito portuale “è un bene prezioso e importante, però sulla sicurezza non bisogna fare barriere, ma costruire senza pregiudiziali